Leggi il primo capitolo

2. I primi passi in rete


Segnalibro
  1. Che cos'è Internet? Come funziona?
  2. Ma Internet si paga? Chi possiede Internet? Chi paga per Internet?
  3. Cosa ci faccio con Internet?
  4. Che cos'è il World Wide Web (WWW)? Cos'è un iperoggetto?
  5. Come si usa e come funziona il World Wide Web?
  6. Che cos'è e come si usa un browser?
  7. Chi mi garantisce che in rete troverò sempre servizi interessanti?
  8. Come posso trovare quello che mi interessa? Esiste un "elenco del telefono" di Internet?
  9. Come posso ricordare gli indirizzi più interessanti? Cos'è un bookmark?
  10. Come posso venire a conoscenza dell'attivazione, della sparizione, dell'aggiornamento, dello spostamento di servizi che mi interessano?
  11. Come si preleva un iperoggetto dal WWW?
  12. Come si preleva software dalla rete? Che cos'è un sito FTP?
  13. Come posso velocizzare i miei collegamenti?
  14. Perchè devo leggere il resto di questa guida?

Segnalibro 2.1. Che cos'è Internet? Come funziona?

Internet è il nome con cui si designa comunemente un grande insieme di reti di calcolatori collegate tra loro. Una rete di calcolatori è un insieme di computer collegati tra loro in qualche modo (con un cavo coassiale, una fibra ottica, via telefono...) e su cui vigono un certo numero di convenzioni (o più correttamente protocolli di comunicazione) che permettono ai vari computer di scambiare tra loro informazioni binarie di vario tipo. Le singole reti che appartengono a Internet sono a loro volta formate connettendo tra loro reti di calcolatori più piccole, e così via, fino a giungere alla cellula fondamentale di Internet: la rete locale (LAN o Local Area Network), che ha normalmente le dimensioni di un edificio o poco più: tipici esempi sono la rete di un'Università o di una azienda. Le varie reti locali appartenenti ad Internet possono essere estremamente diverse tra loro: difatti Internet è stata sviluppata in modo da essere indipendente dal tipo di computer e di rete locale che si vuole connettere ad essa, per cui tramite la rete potrete collegarvi con qualsiasi tipo di computer, dal supercalcolatore al PC, ciascuno con un proprio sistema operativo diverso (MS-DOS, Unix...) e collegato in modo diverso alla rete: pertanto non esiste un "computer per Internet", ma ci si può collegare a Internet praticamente con qualsiasi computer, sebbene le prestazioni ottenute dipendano dalle capacità del proprio calcolatore. Collegando più reti tra loro è possibile aumentare il numero di computer, e quindi di utenti, che possono scambiarsi informazioni binarie: per questo motivo è interesse di tutti procedere all'integrazione delle varie reti esistenti e al loro inglobamento in Internet.

Sostanzialmente, Internet è quindi un insieme di "tubi per numeri binari" tramite i quali i calcolatori si scambiano informazioni digitali, proprio come le nostre case e le centrali si scambiano elettricità tramite la rete elettrica, o noi e i nostri conoscenti ci scambiamo informazioni tramite la rete telefonica. Proprio per questo il fantasioso nome di autostrada informatica è in realtà meno fantasioso di quanto sembri: proprio come un'autostrada è un'infrastruttura che permette il movimento di veicoli, Internet è un'infrastruttura che permette il movimento di numeri binari, e tramite essi di tutte le informazioni che possono essere codificate in modo binario (messaggi, immagini, programmi... praticamente qualsiasi cosa).

Utilizzare Internet significa allora, con l'aiuto di appositi programmi che svolgono la gran parte del lavoro, servirsi dei suoi "tubi" per stabilire una connessione (connection) tra il nostro computer e un altro computer appartenente alla rete; seguendo quindi una delle possibili convenzioni linguistiche (protocolli), in modo che i due elaboratori si capiscano, il nostro programma provvede a tradurre i comandi che noi gli diamo in comandi binari che l'altro computer può capire; dall'altra parte del collegamento, un altro programma provvede ad eseguire i comandi che il nostro computer invia tramite Internet, e a spedire all'utente i dati richiesti (un ipertesto, un'immagine...). Qualunque operazione si voglia compiere, qualunque tipo di informazioni siano richieste, il modello di comunicazione sarà sempre questo.

Si noti infine che Internet, sebbene costituisca il maggior insieme di calcolatori tra loro collegati del mondo, non è l'unica rete mondiale di calcolatori. Esistono altre reti, sia aperte a tutti gli utenti, come ad esempio FidoNet, sia di tipo commerciale, come ad esempio Compuserve. Queste reti non sono "compatibili" con Internet, ma è normalmente possibile scambiare perlomeno posta elettronica con i loro utenti. Comunque, Internet ha raggiunto ormai la "massa critica" tale da rendere impensabile l'esistenza di altre reti di calcolatori mondiali: gli altri sistemi esistenti sono quindi probabilmente destinati a sparire oppure a restare confinati in ambiti molto particolari.


Segnalibro 2.2. Ma Internet si paga? Chi possiede Internet? Chi paga per Internet?

Grazie alla moda che si è scatenata negli ultimi mesi e alla discreta incompetenza di chi normalmente si è trovato a parlare di Internet sui mezzi di comunicazione di massa, è raro trovare un nuovo utente che abbia ben chiare le risposte a queste domande. È allora necessario tenere ben presenti alcuni fatti.

Internet si è sviluppata - dopo un inizio finalizzato ad attività militari - perchè le Università e gli istituti di ricerca sparsi per il mondo desideravano poter comunicare facilmente e poter collaborare nelle loro ricerche. Poichè ciascuna Università disponeva già, per i propri scopi, di una propria rete locale di calcolatori - ossia di un certo numero di computer posti nello stesso edificio o complesso e già collegati tra loro - quello che si è fatto è semplicemente collegare tra loro queste singole reti. Questo porta due conseguenze: per prima cosa, ciascuna Università possiede la propria rete locale, ossia il proprio pezzo di Internet; per seconda, quando due Università si mettevano d'accordo per collegare le proprie reti locali, provvedevano a trovare i finanziamenti necessari per il collegamento, che potevano arrivare dalle Università stesse o dallo Stato. Pertanto, i collegamenti tra le varie reti locali sono generalmente di proprietà di enti pubblici (anche se negli Stati Uniti siamo già in una fase di privatizzazione). In molte nazioni lo Stato ha provveduto a mettere in piedi da solo una rete nazionale per collegare le principali Università e organizzazioni statali (in Italia questa rete si chiama GARR), anche perchè spesso aziende pubbliche detengono il monopolio per la stesura fisica di cavi.

Quando enti non universitari o governativi (associazioni, aziende, venditori di accessi...) hanno cominciato a connettersi alla rete, hanno seguito lo stesso modello: ciascuno si è creato la propria rete locale ed ha contribuito ai costi del suo collegamento a Internet. Ciò significa, tra l'altro, che la qualità e la velocità dei collegamenti con il resto di Internet dipendono fortemente dagli investimenti effettuati da ciascun ente o azienda commerciale. I collegamenti di rete più importanti (dorsali), quando non sono statali, sono comunque messi in piedi dalle grandi aziende nazionali di telecomunicazioni (in Italia appartengono quasi tutti a Interbusiness, società del gruppo Telecom), che ne rivendono l'uso alle aziende e alle organizzazioni che vogliono accedervi.

Come conseguenza di quanto detto, nessuno possiede Internet, ma moltissimi enti ne possiedono vari pezzi. L'analogia che si fa normalmente è con la rete telefonica: nessuno possiede tutta la rete telefonica mondiale, sebbene Telecom Italia possieda la rete italiana, France Telecom quella francese... Tuttavia, la proprietà di Internet è infinitamente più distribuita rispetto a qualsiasi altra rete di comunicazione esistente. Il motivo per cui ciascun proprietario di un singolo pezzo di rete permette a tutti gli utenti del mondo di servirsene è che in cambio tutti gli altri proprietari di pezzi di rete permettono ai suoi utenti di servirsi dei loro. Internet si basa sullo scambio reciproco. Chiunque connetta singole reti locali alla rete permette a tutti gli utenti di servirsene (o meglio, di accedere ai servizi di pubblico dominio che egli porrà al loro interno, e di attraversarle qualora esse rappresentino la via più breve per effettuare un collegamento con un sito remoto) ed in cambio può servirsi di quelle di tutti gli altri (a parte restrizioni per motivi di sicurezza). Se questo principio venisse meno Internet morirebbe. I costi di manutenzione della rete sono quindi pagati dai proprietari dei singoli pezzi di rete, così come i costi per il miglioramento delle prestazioni e della velocità del traffico.

Proprio perchè si tratta di uno scambio reciproco con vantaggio per tutti, l'uso di Internet è assolutamente gratuito, a patto che venga rispettato il principio dello scambio. In realtà, già oggi esistono delle restrizioni a questo principio: l'uso di alcuni collegamenti di rete è riservato soltanto a determinate aziende od organizzazioni, che ne pagano il costo. Comunque, a livello macroscopico è interesse generale che si possa comunicare da una parte all'altra della rete, e del resto chi realizza collegamenti veloci tra i propri server e il resto della rete normalmente ha interesse a far sì che i visitatori esterni possano accedere ai propri siti: per questo motivo, il principio dello scambio sembra ancora reggere.

Segnalibro A questo punto, se avete comprato un accesso a Internet, vi starete chiedendo: "Perchè allora io pago per poter usare Internet?" La risposta è semplice: voi non possedete alcun pezzo di rete. Non contribuite in alcun modo alla sua manutenzione. Per poter accedere alla rete, pertanto, avete dovuto chiedere a qualcuno che possiede una rete locale connessa a Internet di lasciarvi accedere ad essa. Poichè questo qualcuno paga per mantenere tale rete locale e i relativi collegamenti con le altre parti di Internet, mi pare giusto che vi chieda un contributo in cambio. Quello che pagate non è l'uso di Internet, ma l'accesso a Internet: il poter avere un collegamento tra il vostro computer e il resto della rete. Esistono quindi aziende che vendono l'accesso alla propria rete locale, e di lì a Internet: i fornitori di accesso (in inglese spesso indicati con la sigla ISP: Internet service provider). Essi si preoccupano di installare opportuno hardware e software per consentire accessi via telefono, e di mantenere collegamenti ragionevolmente efficienti con il resto di Internet. L'assolvimento più o meno puntuale di questi due compiti rappresenta il principale criterio di valutazione di un provider (oltre, eventualmente, all'assistenza fornita ai clienti).

Poichè pagate per l'accesso e non per l'uso, insieme al diritto d'accesso non avete acquistato nessun servizio. Quello che troverete su Internet è concesso in uso gratuito a tutti gli utenti - sempre per via del principio dello scambio reciproco - e se voi possedeste un pezzo di rete potreste usarlo gratuitamente. Se invece la vostra azienda, il vostro Ateneo, la vostra organizzazione, possiedono una rete locale e l'hanno collegata a Internet, potrete solitamente accedere ad essa gratuitamente; in un certo senso, è la ditta (l'Ateneo, l'organizzazione) che paga per voi. In ogni caso, gli amministratori della vostra ditta o organizzazione hanno tutto il diritto di decidere criteri e restrizioni per il vostro accesso.

Naturalmente, esistono su Internet anche servizi a pagamento, per i quali dovrete corrispondere un prezzo supplementare direttamente a chi li mette in piedi; ma essi sono l'eccezione, non la regola - proprio come i numeri telefonici che iniziano per 144 o 166, che hanno un costo supplementare, ma non sono normalmente quelli a cui telefonate tutti i giorni. Praticamente tutti i siti, le mailing list, i gruppi di discussione, sono servizi che è possibile utilizzare gratuitamente. Questo può sembrare sconcertante ai neofiti della rete: del resto, dal punto di vista capitalistico Internet non ha nessun senso, essendo un servizio in cui buona parte del lavoro è svolto volontariamente e senza retribuzione e in cui tuttavia le persone che lavorano sono liete di farlo. Eppure, almeno per il momento, funziona.

Se siete collegati da casa via telefono, indipendentemente dal fatto che paghiate per l'accesso o abbiate un accesso gratuito, pagate anche per l'uso della rete telefonica da casa vostra fino al luogo dove avete l'accesso (tipicamente nella stessa città, per cui pagherete la bolletta urbana anche se poi, con Internet, siete collegati con l'America). Sfortunatamente l'uso della rete telefonica, a differenza dell'uso di Internet, non è gratuito.


Segnalibro 2.3. Cosa ci faccio con Internet?

È molto semplice. Cosa fate col telefono? E con la televisione? Non è sufficiente alzare la cornetta, o accendere il televisore: è necessario sapere chi volete chiamare, e perchè, oppure quale programma volete guardare. Sì, potete anche limitarvi a comporre numeri a caso, o a guardare il primo programma che capita, ma questo non è un modo intelligente di comportarsi.

Questo per sottolineare che Internet è un mezzo, non un fine. Bisogna sempre avere bene in mente questa realtà, perchè è facile perdersi, incominciare a girare come dei pazzi tra siti di nessun interesse, e quindi concludere che Internet è solo una moda e una grande fregatura. Invece, Internet può essere molto interessante... se avete qualche scopo per cui usarla. Tipicamente, potete usare Internet per cercare informazioni utili, utilizzare servizi a distanza, o magari trovare altre persone con i vostri stessi hobby, con cui parlare e scambiare esperienze. Se avete necessità di comunicare per lavoro, e specialmente di trasferire documenti o dati, Internet è un mezzo dalle alte prestazioni, e può facilitarvi le cose (ammesso che anche le persone con cui dovete comunicare ne dispongano). Inoltre, può essere interessante creare un proprio spazio in cui ci si presenta e magari si mettono a disposizione degli altri informazioni di vario tipo, proprio come gli altri le mettono a vostra disposizione creando i siti che visitate e i servizi che utilizzate navigando per la rete. Una gran parte delle informazioni che troverete in rete sono state raccolte e messe a disposizione gratuitamente, per puro hobby: è uno degli aspetti più tipici di Internet.


Segnalibro 2.4. Che cos'è il World Wide Web (WWW)? Cos'è un iperoggetto?

World Wide Web (ragnatela mondiale) è il nome, spesso abbreviato in WWW o W3, con il quale viene designato comunemente l'insieme di iperoggetti (hypermedia) collegati tra loro che costituisce attualmente l'aspetto più visibile di Internet, anche se non l'unico. Per "iperoggetti", nel corso di questa guida, si intenderanno quegli oggetti informatici, di qualsiasi tipo, che presentano la caratteristica di contenere al proprio interno, oltre a proprie informazioni, anche collegamenti (spesso detti rimandi o, in inglese, link) verso altri iperoggetti, oppure di poter essere richiamati mediante rimandi posti in altri iperoggetti. L'esempio più semplice di iperoggetto è l'ipertesto, ma non è l'unico: ad esempio esistono iperimmagini (ossia immagini che, se selezionate, rimandano ad altri oggetti); esistono inoltre tutta una serie di oggetti che di per sè non possono contenere rimandi (si pensi ad esempio ad un file eseguibile o ad un normale testo) ma che vengono inseriti nel World Wide Web tramite collegamenti posti in altri iperoggetti. Il vantaggio degli iperoggetti è quello di fornire all'utente una funzione in più: non solo quella "statica" di contenere in sè proprie informazioni, come ad esempio un libro, un quadro, un programma televisivo, ma anche quella "dinamica" di richiamare su richiesta dell'utente e in modo estremamente semplice altre informazioni. Comunque, se queste definizioni vi sembrano ostiche, potrete per il momento vedere il World Wide Web come l'insieme degli oggetti visualizzabili sul vostro browser e dei collegamenti virtuali che esistono tra essi e che voi "percorrete" selezionando i rimandi in essi contenuti.

Segnalibro È importante comprendere subito la differenza che esiste tra Internet e il World Wide Web. Internet è semplicemente una grossa rete di calcolatori, ossia un insieme di cavi e altro che collegano tra loro un numero qualsiasi di elaboratori di vario tipo e varie dimensioni. Il World Wide Web, invece, è un insieme di oggetti virtuali (ossia, non fisicamente esistenti: voi potete toccare un quadro, ma non potete toccare l'immagine del quadro memorizzata in un computer) che è stato realizzato sfruttando la possibilità data da Internet di collegare questi oggetti tra loro: mentre Internet è, tutto sommato, qualcosa di essenzialmente fisico (volendo, potreste toccare i cavi che la compongono e i computer che la gestiscono, se vi trovaste vicini ad essi!), il World Wide Web è qualcosa di estremamente virtuale: un insieme di informazioni variamente codificate. Tanto per capirci, tra Internet e WWW esiste la stessa differenza che c'è tra la rete stradale di una città e la rete dei suoi autobus pubblici: la prima è un insieme di vie di comunicazione che permette il passaggio su di essa di veicoli di qualsiasi tipo, la seconda utilizza una parte di questo insieme e alcuni veicoli ben specifici per collegare tra loro alcuni punti della rete e trasportare tra di essi un ben determinato tipo di oggetti (ossia i passeggeri).

Grazie alla possibilità di richiamare in modo molto semplice qualsiasi "risorsa" in qualsiasi parte del mondo, identificandola univocamente con il suo indirizzo (URL), ciascun autore di ipertesti può facilmente creare collegamenti tra il proprio prodotto e altro materiale disperso in varie parti della Terra, permettendo quindi all'utente di spostarsi non per vicinanza geografica, ma per vicinanza di argomenti: non interessa il fatto che un certo iperoggetto sia situato a Los Angeles piuttosto che a Tokyo o che a Londra, in quanto la rete annulla (fino ad un certo punto...) le distanze geografiche; interessa piuttosto che gli argomenti siano gli stessi, permettendo quindi di ritrovare una quantità enorme di informazioni in tutto il mondo semplicemente continuando a selezionare una serie di rimandi. I collegamenti forniti all'utente all'interno di un iperoggetto possono rimandare ad un altro punto dello stesso iperoggetto - come molti di quelli contenuti in questa guida! - ma anche ad un documento a ventimila chilometri di distanza; sarà l'utente a scegliere il "percorso culturale" per lui più interessante (ed in questo il WWW, grazie alle proprietà degli ipertesti e alla facilità di movimento dei dati, è veramente innovativo). Il WWW, difatti, è nato soltanto nel 1991, e prima dell'inizio del 1995 era ancora poco diffuso rispetto ad altri e più classici sistemi di comunicazione che sfruttano Internet, e di cui si parlerà in seguito.

Segnalibro Da quanto si è detto in precedenza sul World Wide Web, si potrebbe pensare che esso e gli iperoggetti in esso contenuti siano una specie di fantasma aleggiante sopra i cavi di Internet. In realtà, bisogna sempre aver presente che un iperoggetto di qualsiasi tipo appartiene comunque al mondo reale, sotto forma di un file binario memorizzato sull'hard disk di un computer collegato alla rete (spesso detto sito - in inglese site o host - proprio per evidenziare l'equivalenza tra Internet e una via di comunicazione stradale). Ogni indirizzo identifica quindi in modo univoco un file binario, ed è un'estensione dei nomi dei file che il sistema operativo di un computer assegna agli oggetti binari contenuti sul suo hard disk, proprio come, ad esempio, il numero telefonico di Torino 5641111 per poter essere univocamente individuato a livello mondiale deve essere "esteso" utilizzando i prefissi nazionale e internazionale a 0039-11-5641111. Bisogna quindi tenere presente che quando si sta accedendo ad un iperoggetto si sta in realtà richiedendo ad un computer remoto di leggere dal proprio hard disk il file contenente tale iperoggetto e di trasmetterlo, sfruttando i cavi di Internet, al nostro computer. L'accesso ad un iperoggetto fa pertanto "entrare il nostro computer in casa d'altri", anche se in modo automatico, e quindi deve essere soggetto alle normali regole di buona educazione che valgono in questi casi e che verranno più diffusamente trattate in seguito.


Segnalibro 2.5. Come si usa e come funziona il World Wide Web?

Il World Wide Web è stato pensato per rendere semplice l'accesso agli oggetti in esso contenuti. Servendosi di un browser è molto semplice muoversi al suo interno, seguendo la procedura che viene generalmente chiamata netsurfing (in italiano navigazione): ciascun iperoggetto contiene al proprio interno alcuni rimandi che vengono in vario modo evidenziati; l'autore dell'iperoggetto provvede ad associare a ciascun rimando un indirizzo, che indica un ulteriore iperoggetto con cui quel rimando stabilisce un collegamento. Quando l'utente seleziona un rimando, il browser legge l'indirizzo ad esso associato e provvede a richiedere al computer che contiene l'iperoggetto associato a tale indirizzo di leggerlo e spedirlo all'utente. Quando, tramite la rete, l'iperoggetto che è stato richiesto giunge fino al computer dell'utente, il browser provvede a visualizzarlo (purchè sia scritto in un formato che esso comprende); dopodichè, esso attende una nuova azione da parte dell'utente.

Ad esempio, negli ipertesti, che costituiscono la maggioranza degli iperoggetti posti nel WWW, i rimandi sono costituiti da testo evidenziato in una particolare maniera e che possono essere selezionati ad esempio cliccandoci sopra con il bottone sinistro del mouse (almeno nella maggioranza dei browser; in alcuni casi è necessario un doppio click). Semplicemente cliccando sui rimandi degli ipertesti è possibile continuare a muoversi e a visualizzare sul nostro schermo iperoggetti sempre diversi. Talvolta, il rimando è costituito da immagini invece che da testo, ma la procedura non cambia. Sono ad esempio piuttosto diffuse immagini in cui l'indirizzo associato al rimando dipende dal punto dell'immagine sul quale si preme il bottone del mouse (active maps o mappe attive).

La navigazione può avvenire anche in altri modi: ad esempio, tutti i browser dispongono di opzioni o pulsanti denominati Back e Forward (nelle traduzioni italiane, Avanti e Indietro) che permettono rispettivamente di ritornare all'iperoggetto visualizzato subito prima di quello attuale, oppure, se si è ritornati ad esso, di passare a quello successivo. Allo stesso scopo, i browser conservano solitamente una cronologia (history) della vostra navigazione, in modo che voi possiate velocemente ritornare ad un iperoggetto che avete visitato in precedenza. Talvolta, in risposta al rimando selezionato, si riceve un oggetto che non contiene al proprio interno altri rimandi, e che costituisce quindi un "vicolo cieco": ad esempio un programma o un normale testo ASCII. In questi casi, il pulsante Back è solitamente l'unica uscita possibile per continuare la navigazione.

È importante, specialmente per gli utenti meno esperti, evitare di farsi prendere dalla cosiddetta sindrome del click, per cui all'apparire di un qualsiasi rimando che sembri un minimo interessante ci si clicca sopra furiosamente, magari per scoprire poi che questo rimando provoca la copia sul nostro computer di un iperoggetto che il nostro browser non sa trattare (ad esempio una animazione in un formato strano) oppure per scoprire, dopo ore di attesa, che il rimando portava in realtà ad un iperoggetto del tutto inutile, oppure ancora per scoprire, sempre dopo lunga attesa, che si è avviata una lunga procedura di connessione ad un computer remoto per cui non si ha la password! È invece bene, prima di selezionare un rimando, dare un'occhiata all'indirizzo ad esso associato - che la maggior parte dei browser visualizzano da qualche parte sullo schermo quando ci si porta sopra il cursore o il puntatore del mouse - e valutare se sia il caso di selezionarlo: dall'estensione del file si potrà intuire che tipo di oggetto è, dal metodo di accesso che cosa sta per succedere, dal nome del computer in quale parte del mondo si andrà a finire e quindi quanto veloce sarà il collegamento e il recupero dell'oggetto, e così via. (Nel capitolo successivo parleremo di come sono fatti gli URL e quali informazioni si possono trarre da essi).


Segnalibro 2.6. Che cos'è e come si usa un browser?

Un browser, in generale, è un qualsiasi programma che permetta di leggere, ma non di modificare, un dato tipo di file. Per quanto riguarda la rete, un browser per WWW - anche detto navigatore - è un programma che permette di visualizzare quasi tutti i vari "oggetti" (ipertesti, testi, immagini, animazioni, suoni) che possono essere incontrati muovendosi all'interno del World Wide Web (che come detto è solo uno degli aspetti della rete). Tale programma permette quindi di accedere a qualsiasi oggetto si desideri recuperare inserendo un "indirizzo", detto URL, che racchiude in sè tutte le informazioni necessarie per l'operazione richiesta: una volta inserito l'indirizzo, il browser ricava dalle sue varie parti il nome e la posizione del computer sul quale è posto l'oggetto, il nome del file che lo contiene e la sua posizione sull'hard disk del computer stesso, e in che modo, ossia con quali istruzioni e tramite quale "linguaggio" (o, più precisamente, protocollo di comunicazione), il browser può chiedere al computer remoto (aggettivo che indica un computer posto in un altro punto della rete rispetto all'utente) di fornirgli l'oggetto richiesto in modo che esso lo possa visualizzare.

Il più comune browser, distribuito gratuitamente (per certe categorie di utenti) sulla rete, è Netscape Navigator; altri browser usati sono Microsoft Internet Explorer (l'unico all'altezza di Netscape), Mosaic, Lynx (per i sistemi non grafici); ne esistono moltissimi altri, che però non sono usati praticamente da nessuno. Se volete avere maggiori informazioni sui browser esistenti, sulle loro prestazioni e sui criteri di scelta, potete leggere la risposta alla domanda "Qual è il miglior browser?".

Come detto, per visualizzare sul proprio browser un elemento del WWW è necessario fornirgli il relativo indirizzo. Fondamentalmente - sebbene le operazioni da compiere siano ovviamente diverse da programma a programma - esistono due modi per fare ciò:

  1. Selezionare un rimando contenuto in un ipertesto;
  2. Inserire l'indirizzo a mano.

Della prima ipotesi, ossia dei metodi di navigazione basati sulla selezione dei rimandi contenuti negli iperoggetti o sui pulsanti Back e Forward, si è già parlato discutendo del WWW. La seconda, invece, richiede che voi disponiate dell'indirizzo, magari per averlo letto su una rivista o ricevuto da un amico; in tal caso, poichè solitamente i browser dispongono nella parte alta di una barra in cui è contenuto l'indirizzo della pagina attualmente visualizzata, è sufficiente cliccare su tale barra e inserire in essa l'indirizzo desiderato, premendo poi Invio. Spesso esiste anche una opzione di menu (Open Location o qualcosa di simile) che fa comparire una casella in cui inserire l'indirizzo, ma si tratta di un metodo più scomodo.

Va infine detto che un browser è più che sufficiente per navigare sulla rete, ma non è l'unico strumento possibile: esistono programmi di altro tipo, generalmente specializzati su singoli aspetti del World Wide Web o su altri aspetti di Internet, che possono essere molto utili per alcune operazioni particolari. Inoltre, può succedere di trovare sulla rete dati memorizzati in formati che il vostro browser non capisce: in questo caso, è possibile istruirlo affinchè esso si serva di appositi programmi esterni (helper applications o in breve helpers) per leggerli, oppure installare delle espansioni (plug-in) che ampliano le capacità del vostro browser. Spesso questi programmi non sono forniti insieme al browser, e sarà quindi necessario andarseli a ripescare in giro per la rete - e alcune indicazioni in questo senso saranno date nel capitolo "Prelevare software da Internet"; in alternativa, è possibile sfruttare programmi, ad esempio di grafica, che già si posseggono. In assenza di un programma capace di leggere dati in quel particolare formato, non sarà possibile utilizzarli, ma solo salvarli sul disco in attesa che vi procuriate il programma adatto.


Segnalibro 2.7. Chi mi garantisce che in rete troverò sempre servizi interessanti?

Assolutamente nessuno. Quando si acquista un accesso alla rete, come dice la parola stessa, si acquista semplicemente la possibilità di entrarci, proprio come pagando il pedaggio autostradale si acquista il diritto di percorrere una autostrada. Se poi lungo l'autostrada non esistono città interessanti, beh, sono problemi vostri. Tutto quello che esiste sulla rete c'è perchè qualcuno, per voglia, per interesse, per altruismo, in sostanza per motivi suoi, ce l'ha messo. Non esiste nessuno pagato per rendere Internet o il World Wide Web interessanti, piacevoli, esaurienti, e se sulla rete non trovate l'informazione che state cercando non potete lamentarvi proprio con nessuno. In realtà, se non la trovate è perchè non siete stati bravi o fortunati a cercare. Praticamente qualsiasi argomento che interessi ad un qualsiasi sottoinsieme del genere umano contenente più di un elemento è presente sulla rete.

Anche se può sembrare all'apparenza marginale, questo è invece uno degli aspetti fondamentali da capire riguardo Internet. Essa è cresciuta esclusivamente perchè tutti i suoi utenti avevano interesse a far sì che ciò accadesse, e perchè essi hanno sviluppato nel tempo un senso di "appartenenza" e di "comunità" che li rendeva interessati ad agire attivamente per favorire tale crescita. Il modello secondo cui si è sviluppata Internet, forse proprio perchè nata (dopo una prima fase militare) a scopo essenzialmente accademico e di ricerca scientifica, è diametralmente opposto a quello secondo cui si è sviluppata ad esempio la televisione o la rete telefonica, ossia in cui prima grosse società di capitali mettono in piedi il servizio in modo che esso sia interessante per gli utenti e poi gli utenti si abbonano ad esso. Su Internet, invece, prima docenti e talvolta studenti universitari hanno ricevuto gli accessi, spesso in epoche in cui sulla rete si poteva soltanto scambiare messaggi di posta elettronica, e poi hanno creato la straordinaria varietà di informazioni e di servizi che vi si incontrano, un po' per uno e ciascuno seguendo i propri hobby e i propri desideri. Molti dei servizi che si incontrano sulla rete - dai "mondi virtuali" alle chiacchierate tramite IRC - sono nati perchè uno degli utenti della rete ha avuto l'idea di realizzarli e si è messo a scrivere nel proprio tempo libero gli opportuni programmi.

In sostanza, l'invito ad ogni nuovo utente è quello di non utilizzare la rete come un super-televisore-enciclopedia-videogame, ma di prendere parte allo sviluppo anche solo scrivendo qualche pagina sugli argomenti di proprio interesse e fornendola di collegamenti ai più interessanti siti scoperti. È ciascun singolo utente che, nel suo piccolo, rende Internet interessante, e Internet è interessante proprio perchè vi si trovano le creazioni di migliaia di utenti diversi. Scoprirete che, oltretutto, è anche divertente!


Segnalibro 2.8. Come posso trovare quello che mi interessa? Esiste un "elenco del telefono" di Internet?

Molti, anzi moltissimi nuovi utenti della rete, dopo una prima fase di entusiasmo che dura qualche settimana, si trovano di fronte ad un muro: hanno visitato tutti i siti canonici, letto quel che c'era da leggere, si sono recati in tutti i siti consigliati da amici e parenti, e non sanno più cosa fare con la rete. Spesso, inoltre, si ha la necessità di ritrovare informazioni su di un certo argomento, oppure si sa dell'esistenza di un sito ma non si conosce il suo indirizzo. In questi casi, si deve intraprendere quella che è una delle operazioni più noiose: la ricerca sulla rete.

Normalmente, un utente ingenuo pensa subito all'esistenza di una specie di "elenco del telefono", in cui sono conservati gli indirizzi di tutti i computer collegati alla rete e/o di tutti gli iperoggetti contenuti nel WWW. È vero che esiste un sistema per cui, dato l'indirizzo di un qualsiasi computer, è possibile ricavare la sua posizione sulla rete (altrimenti non sarebbe possibile contattarlo!), per cui si potrebbe pensare che esista un elenco di tutti i computer con le relative posizioni. Sfortunatamente, un elenco simile sarebbe troppo grande per essere gestito anche dal più potente degli elaboratori attualmente esistenti, per cui esso è stato spezzato in vari sottoelenchi locali, secondo un sistema detto DNS. Sfumata questa possibilità, proprio per rendere utilizzabile la rete sono stati tuttavia creati alcuni strumenti di ricerca e/o di indicizzazione della rete - delle specie di "Pagine Gialle" oppure delle specie di "bibliotecari virtuali" che leggono e catalogano per voi le pagine del WWW permettendo poi di ritrovarle a seconda degli argomenti trattati. Di questi strumenti si parlerà in seguito, ma è importante qui rimarcare che essi esistono non perchè esista un "gestore della rete" che si preoccupa di crearli, come accade per il telefono, ma perchè un bel giorno qualcuno ha deciso che senza di essi non si poteva andare avanti e si è messo a farli, e inoltre altri utenti della rete hanno cominciato a segnalargli siti interessanti da includere. Pertanto nessuno di questi strumenti è al momento esaustivo, ma ognuno ha le proprie fonti; per effettuare una ricerca veramente accurata è necessario usarli tutti, anche se solitamente ne bastano un paio per trovare ciò che si cerca. Non esiste quindi alcun "indice ufficiale" della rete: i maggiori siti che forniscono servizi di questo tipo hanno al giorno d'oggi scopo commerciale, guadagnando non sugli utenti, ma sulla pubblicità inserita nelle loro pagine, oppure sul prestigio che portano alle aziende che li mettono in piedi. Quello della "visibilità" dei siti sta diventando un vero e proprio mercato: i produttori dei browser, ad esempio, vendono la possibilità di inserire il proprio sito nei segnalibri predefiniti dei loro programmi, oppure inseriscono nel programma pulsanti dal nome ingannevole (come "Ricerca su Internet") per convincere gli utenti a visitare determinate pagine o utilizzare determinati motori di ricerca. Ci sono persino state cause legali tra ditte diverse legate alla legittimità di inserire link da un sito all'altro!

Per questo motivo, è utile imparare a conoscere ed utilizzare diverse fonti di informazione, cercando possibilmente quelle più complete ed imparziali. Ad esempio, vi consiglio di provare più d'un motore di ricerca (alcuni indirizzi sono elencati nel capitolo "Ricercare sulla rete") e di cercare quello che più vi soddisfa. Tenete anche presente che, all'aumentare dei siti indicizzati nei motori di ricerca, aumenta il "rumore di fondo" nelle ricerche: tipicamente, dei siti restituiti da un qualsiasi strumento di ricerca, soltanto una piccola parte sarà effettivamente interessante e correlata all'argomento che vi interessa, mentre molti altri siti interessanti non compariranno. Per questo motivo, vale la pena di ripetere la ricerca con altri siti o altri termini.

La mancanza di un indice ufficiale è anche il motivo per cui ciascun utente è invitato ad aumentare la connettività (connectivity) del World Wide Web (ossia, il numero di collegamenti esistente tra i vari iperoggetti) ponendo in rete pagine contenenti rimandi ai siti che ritiene più interessanti. Se deciderete di creare una vostra home page, potrebbe essere utile inserire un elenco di rimandi ai vostri siti preferiti.


Segnalibro 2.9. Come posso ricordare gli indirizzi più interessanti? Cos'è un bookmark?

Spesso accade, navigando, di incontrare qualche pagina interessante. Poichè gli indirizzi di Internet non sono nè semplici da ricordare nè facili da scrivere senza errori, quasi tutti i browser dispongono di un'opzione per creare un bookmark (segnalibro; in Internet Explorer questa opzione è denominata favorites, tradotto nell'edizione italiana con preferite). Si tratta di un rimando alla pagina, che viene aggiunto nei menu del browser e provoca, se selezionato, il caricamento automatico della pagina.

La maggior parte dei browser, in apposite finestre richiamabili dal menu dei bookmark, permette anche di strutturare l'elenco dei segnalibri, aggiungendo dei "cassetti" (folder) e quindi nuovi livelli di profondità nel menu. Inoltre, è possibile ordinarli e spostarli di posizione. Con Netscape, in particolare, i bookmark sono memorizzati in un file denominato BOOKMARK.HTM e posto nella directory del programma: potete quindi facilmente distribuire i vostri segnalibri e copiare quelli degli altri, semplicemente trasportando questo file. Ovviamente, siccome potete averne uno solo, dovrete poi, con operazioni di "taglia e incolla" eseguite con un normale editor di testo o con un word processor, inserire il corpo del file di bookmark altrui all'interno del vostro. Per Internet Explorer le cose non sono molto diverse, salvo che il file si chiama FAVORITE.HTM.


Segnalibro 2.10. Come posso venire a conoscenza dell'attivazione, della sparizione, dell'aggiornamento, dello spostamento di servizi che mi interessano?

Anche questa domanda ha una risposta molto semplice: non si può. Come detto, un iperoggetto è semplicemente un file sull'hard disk di un certo computer: nel momento in cui qualcuno che può farlo (è un caso tipico quello del proprietario di computer scocciato perchè l'iperoggetto è un'immagine pornografica e il suo computer è completamente intasato dagli utenti di mezzo mondo che vogliono copiarsela, ma accade anche con iperoggetti più innocenti) decide di cancellare quel file, beh, quel file non c'è più. Se provate ad inserire il suo indirizzo, riceverete un messaggio di errore (il classico "404 Not found"). Analogamente, succede che un certo computer venga spostato, o ceduto ad un'altra ditta, o chissà cos'altro, e che cambi indirizzo: in questo caso i file ci saranno ancora (a meno che nel cambiamento non siano stati eliminati) e saranno ancora accessibili, a patto di conoscere il nuovo indirizzo, mentre l'inserimento di quello vecchio provocherà un errore.

Queste due situazioni sono comunissime, e capita molto spesso di cercare di collegarsi con una interessantissima pagina (altro nome usato per indicare un ipertesto del WWW) scoperta due settimane prima e di non trovarla più. Spesso, ma non sempre, i gestori del servizio provvedono a lasciare per breve tempo al vecchio indirizzo una pagina che dà notizia dello spostamento. Si noti che lo spostamento riguarda anche siti molto noti e frequentati (ad esempio, nell'estate 1995 il vecchio e molto usato sito di riferimento per tutte le informazioni tecniche sul WWW, che aveva indirizzo http://info.cern.ch/, fu spostato a http://www.w3.org/: ebbene, per oltre un anno era possibile trovare rimandi al vecchio indirizzo, che ovviamente non funzionava più).

Analogamente, ogni giorno vengono connessi molti nuovi computer alla rete e vengono create molte nuove pagine ipertestuali; tuttavia nessuno ne dà notizia in modo prestabilito, anche se generalmente i nuovi siti interessanti vengono inseriti negli indici, negli strumenti di ricerca, nelle altre pagine di argomento affine. Vale pertanto la pena, una volta ogni tanto, di controllare qualcuno di questi luoghi per vedere se ci sono informazioni su nuovi servizi.


Segnalibro 2.11. Come si preleva un iperoggetto dal WWW?

Un qualsiasi iperoggetto del WWW può normalmente essere copiato sul proprio hard disk, proprio come un normale file (veramente, esso è un normale file!). Tutti i browser contengono una opzione per salvare l'iperoggetto attualmente visualizzato (ad esempio in Netscape esiste l'opzione Save As nel menu File). Vanno però rilevate alcune cose:


Segnalibro 2.12. Come si preleva software dalla rete? Che cos'è un sito FTP?

Il World Wide Web è un ottimo sistema per la pubblicazione di informazioni, grafica, testi, ma è estremamente scomodo quando si tratta di copiare grandi quantità di dati. Inoltre, esso è relativamente recente, mentre lo scambio di file è un'attività che si è fortemente sviluppata sin dai primi anni di vita della rete e che quindi si è ormai standardizzata secondo altri strumenti.

Lo strumento principale per la copia di file è quindi il cosiddetto protocollo FTP, del quale si parlerà approfonditamente nel prossimo capitolo. Per il momento, si può dire che il software reperibile su Internet è solitamente memorizzato sugli hard disk di computer che possono comunicare con l'utente tramite FTP (e per questo sono normalmente indicati come siti FTP), e che possono essere utilizzati dall'utente, grazie alla rete, proprio come se fossero posti sulla propria macchina. Sarà quindi possibile leggere il contenuto delle directory degli hard disk dei siti FTP e copiare i file tra essi e il proprio computer proprio come si farebbe, ad esempio con File Manager o con il comando copy del DOS, tra le varie directory del proprio hard disk.

È possibile utilizzare i siti FTP anche con i normali browser, inserendo URL che iniziano per ftp: . Tuttavia, esistono programmi appositamente studiati per ottimizzare l'accesso ai siti FTP, che presentano un certo numero di vantaggi e che quindi è bene saper utilizzare.

Oltre all'uso di questi archivi, tuttavia, esistono anche altri sistemi per la ricerca del software, di cui si parla più approfonditamente nel paragrafo dedicato alla ricerca del software in rete; inoltre, esistono tutta una serie di problemi correlati allo scaricamento e all'installazione del software, e ai vari modi di codificare i dati, che sono approfonditi nel capitolo "Prelevare software da Internet".


Segnalibro 2.13. Come posso velocizzare i miei collegamenti?

Una connessione tra due computer, su Internet, è formata da una serie di tratte: il computer mittente è collegato attraverso un collegamento diretto (spesso detto link, da non confondere con i collegamenti virtuali degli ipertesti) ad un altro computer, che legge i dati in arrivo e li rispedisce in avanti su un altro tratto di rete ad un altro computer, che a sua volta li rispedisce su un altro tratto, e così via, fino ad arrivare al computer destinatario.

La velocità di un collegamento dipende dal tratto più lento; per questo motivo, se siete collegati via telefono, certamente la velocità di trasmissione massima del vostro modem rappresenta un limite invalicabile per qualsiasi connessione di rete. Anche in questo caso, comunque, può accadere, specialmente nel collegamento con siti lontani, che la vostra comunicazione debba attraversare qualche tronco di rete particolarmente congestionato, e che la velocità sia quindi inferiore; potrete facilmente accorgervi di questa situazione se usate un modem esterno, in quanto la luce della ricezione sarà spesso spenta. In particolare, se il vostro fornitore ha sottodimensionato i collegamenti tra il vostro punto di accesso e il resto della rete, rischiate di trovarvi spesso in attesa; in questo caso, non vi resta che cercare le ore meno frequentate, in modo che vi siano meno utenti collegati al vostro punto di accesso.

E' importante difatti rimarcare che Internet è una rete a risorse condivise, ossia che i dati che voi spedite e ricevete lungo la rete sono, su ogni tratta, "in competizione" con quelli di tutti gli altri: nessun tratto di rete è riservato ad una singola comunicazione, ma più comunicazioni utilizzano contemporaneamente lo stesso link. Al giorno d'oggi, non vi sono priorità: sostanzialmente, la velocità di trasmissione disponibile sul tratto di rete viene divisa in parti uguali tra tutte le comunicazioni in corso. Questo significa che, all'aumentare del numero di comunicazioni che passano su un tratto di rete, diminuisce la loro velocità, e quindi, ad esempio, che aprire due finestre di navigazione nel browser, invece che una, non dovrebbe aumentare la velocità totale di accesso alla rete: ciascuna finestra avrà a propria disposizione un massimo teorico pari a metà della velocità del vostro accesso in rete. In realtà, quando voi navigate non state sempre prelevando dati dalla rete: una volta caricata una pagina del WWW, ad esempio, starete per un po' di tempo inattivi, leggendo la pagina, e soltanto al successivo rimando ricomincerete ad usare la rete. Per questo motivo, è spesso utile aprire più di una finestra, e leggere una pagina mentre le altre si caricano - ammesso che riusciate a tenere il filo di più navigazioni in parallelo, e che il vostro computer disponga di sufficiente potenza e memoria da non rallentare paurosamente quando aprite più di una finestra del browser o più di un programma in parallelo.

In generale, il vostro computer non è un fattore influente sulla velocità dei collegamenti, in quanto le sue capacità di elaborazione sono normalmente molto superiori alla velocità con cui i dati viaggiano sulla rete. Tuttavia, può succedere che esso abbia dei problemi, ad esempio di scarsità di memoria, nel far girare contemporaneamente i programmi di accesso alla rete; in questo caso, è possibile che i dati arrivino dalla rete, ma che il vostro computer non sia sempre pronto ad accoglierli, e che quindi la velocità di trasmissione diminuisca.

Esistono comunque alcuni strumenti che possono velocizzare l'accesso alla rete. Per quanto riguarda la navigazione nel WWW, quasi tutti i browser dispongono di una cache su disco, ossia di uno spazio sull'hard disk in cui vengono memorizzate le ultime pagine che avete visitato, con le relative immagini; in questo modo, il browser preleverà gli oggetti dalla rete una volta sola, e poi, in caso di necessità, li caricherà dal disco. Oltre a questo, molti fornitori d'accesso o amministratori di rete mettono in piedi un proxy, ossia un server su cui sono memorizzate le pagine più visitate: in questo modo, potrete caricare tali pagine molto più velocemente, in quanto il caricamento avverrà non da un sito qualsiasi della rete, ma dai computer a voi più vicini.

In generale, è bene, potendo scegliere, cercare di effettuare il più possibile collegamenti con i computer del vostro provider - se siete collegati via telefono - o della vostra rete locale: difatti, in questo modo la connessione sarà molto breve, e la sua velocità sarà sostanzialmente pari a quella del modem o a quella disponibile sulla rete locale. Ad esempio, se sono disponibili dei mirror vicini, è bene utilizzarli. Analogamente, è spesso utile farsi mandare file per posta elettronica - anche utilizzando i servizi di accesso alla rete via e-mail - piuttosto che scaricarli direttamente: difatti, la vostra posta elettronica risiede sui computer del vostro fornitore d'accesso, e può essere scaricata al massimo della velocità.


Segnalibro 2.14. Perchè devo leggere il resto di questa guida?

Con quello che avete letto in questo capitolo, e più in generale con l'uso intuitivo del mouse e degli ipertesti, è possibile vivere benissimo in rete, navigando tra le pagine del World Wide Web. Come però è stato detto, Internet non è solo WWW, e il WWW è solo uno dei tanti servizi che sono stati creati sfruttando le possibilità di Internet. Molti utenti, specialmente quelli che hanno iniziato ad utilizzare la rete nell'ultimo anno, identificano Internet con il WWW, cosa invece molto sbagliata (tanto che queste persone in Italia sono talvolta chiamate webeti). Utilizzando solo il vostro browser e il WWW potete "vivere" una percentuale di Internet abbastanza limitata, e comunque in modo più scomodo, lento e costoso di come potreste fare conoscendo anche tutto il resto. Per questo motivo il mio caldo e disinteressato consiglio è quello di leggere perlomeno il prossimo capitolo, ossia "Nozioni fondamentali su Internet", che fornisce una panoramica più chiara e completa di tutti gli altri servizi che si possono ritrovare sulla rete, accessibili sia tramite browser sia tramite altri programmi (per questo aspetto vi è poi un capitolo apposito, "Il software per Internet"); e comunque, man mano che avete tempo leggetela tutta (altrimenti perchè avrei dovuto scriverla?) Oltretutto, la struttura ipertestuale vi permette di partire da qualche argomento che vi interessa particolarmente per poi leggere gli altri man mano che vi si presentano agli occhi.

Negli altri capitoli, infatti, sono contenute informazioni altrettanto interessanti ed utili, tra cui "Convivere con gli altri utenti della rete" vi spiega come evitare di fare la figura del burino appena giunto in città - anche se di cyberburini stanno incominciando a girarne tantissimi...

A dispetto della mole di questa guida, vi assicuro che le informazioni in essa contenute sono soltanto una minima parte di tutte quelle che sarebbero potute essere incluse. Il sottoscritto ha cercato, diciamo così, di "fornire i metodi", spiegando il funzionamento generale della rete e lasciando poi all'utente il piacere di trovare da solo gli esempi pratici dentro Internet.


Leggi il terzo capitolo

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