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5. Comunicare in rete


Segnalibro
  1. Quali sono i modi per comunicare con altri utenti della rete?
  2. Che cos'è il webcasting? Che cos'è l'information push?
  3. Che cos'è IRC? Come si usa?
  4. Che cos'è un WebChat? Come si usa?
  5. Che cos'è Talk? Come si usa?

Segnalibro 5.1. Quali sono i modi per comunicare con altri utenti della rete?

Esistono molti modi diversi per comunicare con gli altri utenti della rete, a seconda delle esigenze e del numero di persone da contattare.

Il modo più diretto, se conoscete l'indirizzo della persona da contattare, è l'E-mail, di cui si è già parlato. Analogamente, per discutere con un certo numero di altri utenti su un argomento di interesse comune esistono le mailing list e i newsgroup. Inoltre, se volete dire qualcosa in generale all'intera comunità di rete non avete altro da fare che creare una pagina Web e diffondere il suo indirizzo il più possibile!

Tuttavia, questi sistemi di comunicazione sono basati su due ipotesi fondamentali: che la comunicazione avvenga per via testuale, e che non sia necessario comunicare in tempo reale. Entrambe queste ipotesi, inizialmente obbligate per motivi tecnologici, sono via via state superate.

In particolare, ben presto sono stati sviluppati sistemi per comunicare con altri utenti in tempo reale, pur mantenendo la forma testuale della comunicazione: ciascun utente scrive sul proprio computer i messaggi desiderati, che vengono spediti immediatamente agli interlocutori e visualizzati sul loro monitor. Al giorno d'oggi, questi sistemi possono essere distinti sostanzialmente in due categorie: quelli di multiple chat (o conferenza), in cui molte persone si ritrovano in un luogo virtuale per discutere insieme, e quelli di direct chat (o comunicazione diretta) in cui la comunicazione avviene tra due (o comunque tra poche) persone. Le due categorie si diversificano anche nella "configurazione" usata sulla rete: nel primo tipo di programmi, è necessario disporre di un server su cui è ospitata la "piazza virtuale"; nel secondo, invece, è sufficiente che le persone che debbano comunicare dispongano dello stesso programma e attivino un collegamento diretto tra loro.

Il sistema più diffuso, e più famoso, tra quelli di conferenza è IRC; si tratta anche del più "anziano" strumento di comunicazione diretta, ed è quindi caratterizzato da interessanti caratteristiche sociali e di etichetta, e da stuoli di appassionati. In alternativa, con lo sviluppo del WWW si sono diffusi i cosiddetti WebChat, che, per quanto un po' scomodi e molto meno interattivi di IRC, sono inglobati in pagine WWW, e non richiedono quindi l'uso di programmi specializzati, ma soltanto del browser. Tuttavia, si tratta di sistemi tecnicamente inferiori a IRC, che dopo una esplosione iniziale stanno ora un po' sparendo.

Per la comunicazione diretta, invece, il sistema "classico" è Talk, che permette il dialogo diretto con un altro utente. Sfortunatamente, per cominciare una comunicazione di questo tipo è necessario che l'utente "chiamante" conosca la posizione in rete dell'utente chiamato; se questo era facile quando l'accesso alla rete avveniva soltanto tramite grosse macchine collegate in permanenza alla rete, non lo è più nel momento in cui gli utenti si collegano da casa su una linea telefonica, ricevendo quindi un indirizzo IP dinamico che varia ad ogni connessione. In altre parole, chi vuole parlare con voi non può sapere se siete collegati e quale linea telefonica state usando in quel momento, e quindi non può stabilire con voi il collegamento diretto! Questo problema è stato risolto da una nuova generazione di programmi - il primo fu PowWow, poi vennero le estensioni CoolTalk (in Netscape 4 confluita nel componente Conference) e NetMeeting dei browser Nestcape e Microsoft, e recentemente è stata la volta di ICQ - che sostanzialmente attuano la tattica seguente: quando l'utente si collega alla rete via telefono, il programma segnala automaticamente ad un server centralizzato che l'utente è collegato e dove si trova, sulla rete, in quel momento. In questo modo, quando si vuole parlare con qualcuno il programma interroga il server centrale e scopre dove si trova la persona con cui si vuole parlare, aprendo poi il collegamento; la persona è identificata univocamente su tutta Internet, a seconda del programma, da un soprannome, dal suo indirizzo di E-mail, o da un numero di identificazione detto UIN (Unique Identification Number: è usato ad esempio da ICQ). Sfortunatamente, non è stato realizzato uno standard, per cui - mentre, ad esempio per IRC, si può utilizzare un qualsiasi programma cliente IRC per dialogare con gli altri - ognuno dei programmi citati permette di parlare soltanto con persone che stiano usando lo stesso programma. Alcuni di questi programmi offrono possibilità ulteriori, come quella di scambiare file o di utilizzare una "lavagna condivisa" (whiteboard) su cui tutti i partecipanti alla conversazione possono scrivere in tempo reale. Esistono persino variazioni sul tema piuttosto buffe, come Microsoft Comic Chat, un sistema con cui più persone possono parlare inserendo i propri messaggi all'interno di un vero e proprio fumetto.

Una ulteriore evoluzione è rappresentata dalla possibilità di forme di comunicazione non esclusivamente testuale, ma basate sull'audio o su audio e video. Sfortunatamente, le capacità di trasmissione di Internet sono ancora di gran lunga troppo basse per permettere l'uso a tappeto di queste tecnologie; in particolare, la comunicazione audio è discretamente buona, ma la comunicazione audio e video (videoconferenza) è di fatto impraticabile per chi non possieda una connessione di rete fissa e dedicata, a meno di non adattarsi a livelli di qualità molto bassi. Per lo stesso motivo, le applicazioni realizzate sono limitate alla comunicazione tra due persone, o al massimo tra poche, o alla diffusione della stessa trasmissione a un grande numero di utenti; non è pensabile in condizioni normali avere videoconferenze con più di qualche partecipante.

Segnalibro Si sono comunque diffusi sistemi per "telefonare in rete", ossia per comunicare via voce con un'altra persona. Per mettere in pratica questa attività, è necessario disporre di un microfono, una scheda sonora e una connessione sufficientemente veloce, oltre che di qualcuno analogamente attrezzato con cui parlare. Il procedimento è relativamente semplice: la maggior parte delle schede sonore esistenti (basta una SoundBlaster vecchio modello) possiede la possibilità di digitalizzare suoni catturati mediante un comune microfono, inserito in una presa posta sul retro della scheda. È quindi sufficiente che il programma sfrutti le capacità della scheda sonora per digitalizzare le parole di chi sta parlando; esse, trasformate in dati binari, vengono spedite sulla rete, in formato compresso, fino all'analogo programma del destinatario, che provvede a spedirle alla scheda sonora presente sul computer, collegata ad un impianto di riproduzione o a degli auricolari, e a ritrasformarle in suoni. Il problema è che una riproduzione binaria sostanzialmente perfetta del sonoro (come quella adottata nei comuni CD) richiede il prelevamento di circa 44000 campioni al secondo, con 16 bit per campione: per trasmettere tale quantità di dati sarebbe quindi necessaria una velocità di trasmissione di 704 Kbit al secondo, assolutamente fuori dell'attuale portata sia dei modem sia, tenendo conto del traffico, della rete; anche comprimendo i dati non si riesce a guadagnare tutto quello che serve. Per riuscire a trasmettere il parlato con un modem da 28800 bps o peggio ancora da 14400 bps, questo tipo di programmi riduce quindi la qualità della riproduzione sonora; nonostante questo, con un modem da 14400 bps e un collegamento lento vi sono buone possibilità che il risultato sia inintelligibile. Inoltre, se volete parlare e ricevere contemporaneamente (come un normale telefono), anzichè parlare alternativamente come su una ricetrasmittente, dovete disporre di una scheda audio full duplex.

Con questi sistemi, tuttavia, è possibile comunicare via voce con un altro utente della rete che disponga dello stesso programma; alcune compagnie telefoniche americane vendono anche la possibilità di chiamare i normali telefoni, pagando soltanto la parte della telefonata che viaggia sulla rete telefonica (visto che l'uso di Internet è gratuito); ovviamente questo suscita le proteste delle compagnie telefoniche tradizionali. Alcuni programmi che svolgono queste funzioni sono Internet Phone (o IPhone), WebPhone e Net2Phone; inoltre, molti dei succitati programmi di comunicazione testuale diretta permettono di effettuare anche comunicazioni vocali.

Segnalibro Oltre a telefonare, un'altra esigenza presto venuta alla luce è quella di trasmettere sulla rete audio e musica, sia come sottofondo o complemento di pagine WWW, sia sotto forma di vera e propria simil-trasmissione radiofonica o televisiva (broadcasting).

Per inserire audio nelle pagine HTML, il metodo più semplice è quello di inserire un file sonoro, in uno dei vari formati esistenti, che viene recuperato e riprodotto quando l'utente accede alla pagina. Tuttavia, si sono sviluppati sistemi che trasmettono l'audio sulla rete in tempo reale: in questo modo, non è più necessario trasmettere l'intero file e poi ascoltarlo, e la musica può quindi essere effettivamente utilizzata come accompagnamento alle pagine; diventa inoltre possibile realizzare trasmissioni simil-radiofoniche. Un sistema molto diffuso a livello commerciale è RealAudio, che peraltro è di tipo proprietario, e sta quindi venendo "pompato" nella speranza di lucrare royalties. L'alternativa è uno standard ufficiale, MPEG Audio Layer 3 (più brevemente MP3), che, essendo molto efficiente e soprattutto completamente gratuito, ha avuto invece grande diffusione a livello amatoriale.

Disponendo anche di una telecamera e di una scheda di acquisizione video è possibile trasmettere anche le immagini, ossia spedire attraverso la rete un flusso audiovisivo: un insieme di dati che contiene una sequenza continua di immagini e audio sincronizzati - un filmato, in poche parole, visualizzato man mano che arriva sul PC dell'utente. Al momento, trasmissioni di questo tipo sono piuttosto rare: è più facile trovare filmati di qualche secondo inseriti all'interno di pagine WWW, che possono venire scaricati, anche lentamente, e poi visualizzati. Difatti, la trasmissione di immagini in tempo reale richiede una velocità di trasmissione di molte volte superiore rispetto alla musica, che a sua volta richiede una velocità tre o quattro volte superiore al parlato; per questo motivo, è ancora più pesante il limite legato alla bassa velocità di connessione disponibile sulla rete, specialmente attraverso un modem. Qualche volta, comunque, vengono trasmessi a titolo sperimentale anche eventi culturali, musicali o televisivi; i primi esperimenti di questo tipo sono stati sviluppati negli Stati Uniti, dove sono disponibili i collegamenti di rete più veloci, realizzando una "rete virtuale" ad alta velocità detta MBone, sulla quale potevano essere trasmessi i flussi audiovisivi. Il primo programma sviluppato a questo scopo è CU-SeeMe (http://cu-seeme.cornell.edu/); in appendice troverete la guida all'uso relativa però ad una versione non molto aggiornata. Esistono altri software che svolgono lo stesso lavoro, come RealPlayer (che comprende i riproduttori RealAudio e RealVideo), QuickTime (originario del mondo Macintosh; il riproduttore è incluso con le versioni complete di Netscape) o NetShow della Microsoft; anche qui non esiste uno standard, per cui è necessario disporre del programma adatto al particolare tipo di trasmissione. Del resto, ognuno di questi programmi offre un diverso compromesso tra qualità dell'audio e del video e quantità di dati da trasmettere sulla rete; ad esempio, RealPlayer è stato sviluppato principalmente per connessioni su Internet - con l'obiettivo quindi di offrire buona qualità anche a bassa velocità di trasmissione - mentre NetShow è dichiaratamente mirato alla comunicazione aziendale interna su reti Intranet (qualità e occupazione di banda elevate). Di questo tipo di sviluppi, comunque, parleremo più approfonditamente tra breve, entrando nel mondo dell'information push.

Segnalibro Sono anche in corso tentativi di sostituire la posta elettronica con messaggi vocali (voicemail); questa possibilità, supportata da sistemi di messaggistica aziendale, non è ancora standard su Internet. Di fatto, i programmi che offrono la spedizione di un messaggio vocale si limitano in realtà a digitalizzare la voce e spedire il file audio come allegato a un normale messaggio di posta elettronica; se il destinatario usa un programma di posta elettronica che supporta questo tipo di messaggi (fatto piuttosto improbabile) sentirà il messaggio; più probabilmente, si troverà il file audio salvato sull'hard disk e dovrà recuperare un programma esterno per ascoltarlo. Dato che il file audio è centinaia di volte più ingombrante del normale messaggio testuale, non si vede il vantaggio di tutta questa procedura.


Segnalibro 5.2. Che cos'è il webcasting? Che cos'è l'information push?

Se avete utilizzato Internet per un po' di tempo, vi sarete resi conto che trovare quello che serve è complicato, e soprattutto richiede un mucchio di tempo trascorso a caricare e leggere pagine fino a trovare quelle che interessano. Non per nulla, i maligni hanno ribattezzato il WWW come "World Wide Wait": l'attesa mondiale! D'altra parte, l'utente medio è molto poco pratico di informatica, ed è invece abituato ad un altro tipo di approccio: quello televisivo, in cui non è l'utente a cercare l'informazione, ma l'informazione a inseguire l'utente.

In altre parole, quello che è necessario saper fare per utilizzare un televisore è selezionare un canale e sedersi sul divano, operazione alla portata di tutti; utilizzare Internet, nelle modalità con cui è possibile farlo oggi, non è una operazione altrettanto alla portata di tutti.

Una delle più importanti tendenze del 1997 è quindi stata quella che porta a semplificare il concetto stesso di navigazione, cercando di ridurre il più possibile l'attività dell'utente. Se da una parte però questo approccio è necessario per rendere Internet uno strumento veramente di massa, dall'altro rischia di cancellare tutta la ricchezza informativa della rete e il suo valore aggiunto, nonchè la sua capacità di risvegliare l'intelligenza delle persone: per questa ragione è probabilmente necessario evitare di guardare a questa soluzione come l'unico futuro di Internet.

Il concetto alla base di questo ragionamento è quindi il cosiddetto information push: l'informazione non viene richiamata dall'utente, ma viene "spinta" sul computer dell'utente da un server remoto; l'utente seleziona quali flussi di informazioni vuole ricevere, e il resto è tutto automatico. L'informazione che può essere "spinta" non è necessariamente un flusso audiovisivo, come nel già citato broadcasting, ma può essere costituita da qualsiasi elemento facente parte del WWW, come le pagine HTML, o più in generale di Internet, come la posta elettronica e i newsgroup: per questo motivo, si parla spesso di webcasting, intendendo in questo modo una trasmissione basata sul principio della televisione - in cui l'utente, quindi, deve soltanto guardare - in cui però l'oggetto trasmesso può essere molto più vario rispetto alla tradizionale trasmissione TV. L'idea può essere ulteriormente complicata: la trasmissione può portare sul computer dell'utente non soltanto messaggi, immagini e suono variamente codificati, ma anche, ad esempio, software o dati aggiornati. Ad esempio, è possibile pensare di trasmettere in questo modo anche gli aggiornamenti del browser e degli altri programmi, evitando all'utente il compito di andarseli a cercare e di installarli.

Si è quindi introdotto anche in questo ambito il concetto di canale, per analogia con la televisione; in effetti, le tipiche trasmissioni in webcasting contengono immagini animate, scritte che scorrono, e altri effetti che fanno pensare ad una trasmissione televisiva. In realtà, però, la trasmissione di un flusso audiovisivo vero e proprio è, come detto, eccessivamente "pesante" per le attuali capacità della rete: spesso quindi ciò che viene trasmesso non è altro che un insieme di pagine HTML, magari contenente programmi Java o JavaScript, tale da richiedere quindi la trasmissione di una quantità di dati decisamente inferiore. Sempre per lo stesso motivo, i canali attualmente disponibili non sono normalmente costituiti da un flusso continuo di dati, come i canali televisivi, ma piuttosto da un insieme di dati che viene aggiornato regolarmente dopo un certo periodo di tempo: in parole povere, tralasciando l'enfasi propagandistica spesso associata a questo argomento, si tratta di siti WWW che vengono scaricati sull'hard disk dell'utente, in modo da essere consultabili senza la necessità di collegarsi, e le cui pagine vengono aggiornate automaticamente ad intervalli predefiniti. Anzi, con i software più recenti qualsiasi sito WWW può essere trasformato in canale: ciò significa semplicemente che ne verrà conservata una copia sull'hard disk che verrà aggiornata automaticamente una volta ogni tanto.

La trasmissione televisiva è unidirezionale: il televisore si limita a ricevere e presentare allo spettatore un contenuto predefinito per ogni canale e uguale per tutti gli spettatori. Tramite Internet, questo limite può essere superato: è possibile rendere bidirezionale la comunicazione. Ciò permette, ad esempio, di personalizzare la trasmissione di un canale. Ogni utente può scegliere di ricevere soltanto le informazioni che interessano, regolare la frequenza di aggiornamento, e le stesse trasmissioni verso l'utente possono essere limitate al minimo necessario; nel momento in cui sulla rete potessero essere trasmessi grandi flussi di informazione, l'utente potrebbe addirittura interagire con la sorgente delle immagini, scegliendo ad esempio fra più riprese diverse e contemporanee di un determinato evento. Di fatto, la possibilità di scegliere esattamente che cosa ricevere e come trattarlo è fondamentale, visto che in caso contrario vi è il rischio di un forte sovraccarico informativo. La quantità di informazioni che un essere umano può trattare in un dato periodo di tempo è piuttosto limitata, ed è comunque di gran lunga inferiore a quella che può essere trasmessa su di una rete di telecomunicazioni: per questo motivo la selezione dell'informazione è un aspetto di grande importanza.

In alcuni casi i canali possono essere ricevuti gratuitamente, in altri casi è necessario iscriversi e pagare una quota - proprio come per i migliori siti WWW, del resto. In effetti, la realizzazione e il mantenimento di un flusso informativo costante è una attività ben più impegnativa rispetto alla semplice realizzazione di un sito WWW "statico", per cui è ragionevole supporre che in futuro - superata la fase promozionale - la maggior parte dei canali sarà distribuita a pagamento.

Si pone infine il problema di come integrare l'informazione che arriva dalla rete con le normali attività del PC. In altre parole, il PC diventa una "finestra sulla rete" sempre attiva, ed è quindi necessario decidere dove visualizzare le informazioni in arrivo, senza però impedire l'uso degli altri programmi.

Una soluzione proposta è quella del webtop: una particolare finestra collocata sopra al desktop, nella quale può venire visualizzato un canale, o anche altri dati relativi alla rete. L'utente può poi eventualmente rimpicciolire il webtop per accedere al desktop sottostante. L'accesso ai webtop è comunque garantito da una "barra dei canali" che rimane sempre visibile sopra le altre finestre, anche se è possibile minimizzarla.

Segnalibro L'altra soluzione proposta - per la verità, dal punto di vista dell'utente non molto diversa - passa attraverso la completa integrazione della rete nel sistema operativo (e, per ovvie ragioni, questa proposta non può che arrivare dalla Microsoft!). In particolare, il desktop (il "fondale") del sistema operativo diventa un desktop attivo (active desktop), ossia un contenitore non soltanto di icone e collegamenti alle risorse locali del PC - come nei tradizionali Windows - ma anche di altri oggetti, tra cui pagine HTML e finestre in cui possono essere visualizzate le informazioni provenienti dalla rete. In questo caso, sarà lo stesso sistema operativo a preoccuparsi di gestire gli aggiornamenti.

Una terza soluzione è... non usare un PC: sul mercato americano sono già stati lanciati i WebTV, ossia comuni televisori ai quali è stata aggiunto un modem e la capacità di navigare attraverso siti WWW e gestire la posta elettronica. In un sistema di questo tipo, è facile anche comprendere meglio l'appetibilità del modello a canali.

A questo punto, resta da affrontare un piccolo problema: come già visto per le trasmissioni multimediali in rete, non esiste in questo settore alcuno standard. Del resto, si tratta di un nuovo mercato per il quale è facile prevedere un roseo futuro: per questo motivo, molti produttori stanno cercando di occuparlo a forza per realizzare adeguati profitti nel momento in cui esso esploderà. Anche in questo caso, quindi, determinati servizi sono accessibili solamente utilizzando un ben preciso programma. Comunque, è stato proposto uno standard per la definizione dei canali e per la selezione da parte degli utenti dei contenuti a cui si è interessati: esso è detto CDF (Channel Definition Format), e vi sono buone speranze che esso venga adottato da tutti i browser.

Il primo sistema per la trasmissione di canali ad avere avuto un certo successo è Marimba Castanet; il cuore di questo sistema è il sintonizzatore (Tuner), che permette appunto di ricevere i canali trasmessi da un ripetitore. Tramite questo sistema è possibile ricevere non soltanto dati, ma anche veri e propri programmi eseguibili: esso è stato quindi il primo a superare la concezione di canale come mero flusso di immagini e suono. Su questo sistema è basato Netcaster, un componente di Netscape Communicator presente a partire dalla versione 4.02. Netcaster mette a disposizione dell'utente un webtop in cui visualizzare i canali; inoltre, la Netscape mantiene sul proprio sito un elenco dei canali attivi, mostrato nell'apposito "cerca-canali" (Channel Finder). E' comunque possibile utilizzare un sito qualsiasi come canale, per scaricarlo e navigarvi off-line.

La Microsoft ha risposto con alcune caratteristiche avanzate incorporate in Internet Explorer 4.0. Questa versione del browser introduce difatti il già citato desktop attivo, e permette inoltre la ricezione e la visualizzazione su di esso dei canali. Tuttavia, i canali di Internet Explorer sono sostanzialmente limitati alla trasmissione di siti WWW, e degli oggetti che in essi possono essere inclusi; è possibile trasformare in canale un sito qualsiasi (ossia, mantenerne una copia sul proprio hard disk aggiornata automaticamente) oppure personalizzare le parti di sito WWW da prelevare mediante lo standard CDF. Anche in questo caso, sul desktop attivo è visualizzata una guida ai canali (Channel Guide) contenente l'elenco dei canali disponibili.

A queste applicazioni è strettamente legata la capacità di visualizzare particolari formati per il broadcasting audio/video: difatti, nel caso all'interno delle trasmissioni in webcasting vengano inseriti flussi audiovisivi, sarà necessario disporre del programma adatto per visualizzarli. Di questi programmi si è già parlato a proposito del broadcasting; al momento, la Microsoft ha realizzato il proprio NetShow, un programma che permette di visualizzare una grande quantità di formati; Netscape fornisce di serie con il proprio browser il lettore QuickTime; RealPlayer, un sistema che sta avendo un buon successo, è disponibile come plug-in per entrambi i browser, e in alcune loro versioni è incluso di serie.

Un altro sistema che vale la pena di citare è Pointcast (http://www.pointcast.com/). Si tratta di un servizio che permette, mediante un proprio programma applicativo, di ricevere in tempo reale le ultime notizie, scegliendo in modo personalizzato le fonti di informazione e gli argomenti a cui si è interessati. Le notizie vengono quindi "spinte" sul computer dell'utente non appena disponibili, garantendo un aggiornamento continuo.

Per concludere questo breve viaggio nel futuro di Internet, è necessario comunque sottolineare come un approccio di questo tipo sottintenda che l'utente sia collegato in maniera permanente alla rete, e finisce per essere di scarso interesse per gli utenti che si collegano via modem. E' vero che l'aggiornamento dei canali non è realmente continuo, e che i canali - una volta ricevuti gli aggiornamenti - possono essere consultati senza ulteriori connessioni di rete: è quindi possibile prelevare le novità dei canali ogni volta che ci si collega, e consultarli da scollegati. Tuttavia, la vera attrattiva di questo tipo di applicazioni è proprio legata alla possibilità di ricevere rapidamente informazioni "fresche" in grande quantità. Di fatto, anche gli sviluppi attuali sembrano puntare innanzi tutto alle applicazioni sul luogo di lavoro, dove tutte le postazioni sono collegate in tempo reale, magari in un ambiente di tipo Intranet. Per l'utente casalingo, al di là di un po' di folklore o magari della ricezione fortunosa di qualche sporadico broadcasting particolarmente interessante, l'intera questione si rivela poco significativa.

Al di là di questo, comunque, si tratta senz'altro di un settore nel quale vi saranno forti sviluppi, visto che è ragionevole attendersi che prima o poi anche le case saranno cablate e anche gli utenti "casalinghi" avranno a disposizione una connettività sufficiente per questo tipo di applicazioni. L'idea è affascinante, ma anche pericolosa: sia perchè il principio è quello di permettere ad altri di mettere le mani a distanza sul computer dell'utente scaricandoci applicazioni varie - potenzialmente, se non si prenderanno le precauzioni adatte, anche maligne - sia perchè l'introduzione di un modello di comunicazione in cui l'utente è sostanzialmente passivo rischia di ridurre proprio gli aspetti più caratteristici e innovativi di Internet.


Segnalibro 5.3. Che cos'è IRC? Come si usa?

IRC (Internet Relay Chat) è il nome di un protocollo e dei relativi programmi clienti che permettono il dialogo tra un qualsiasi numero di persone tramite messaggi digitati sulla tastiera. Per poter usare IRC è necessario disporre di un programma cliente e dell'indirizzo di un server IRC; tramite il programma è possibile collegarsi al server. I server funzionano in un certo senso da "ripetitori": ciascuna delle persone collegate con IRC spedisce i propri messaggi al server a cui si è collegata, che a sua volta li rispedisce in tempo reale agli altri server collegati con esso. In questo modo, IRC fornisce la possibilità di chiacchierare, con messaggi testuali, con un qualsiasi numero di persone in qualsiasi parte del mondo.

Ovviamente, se ogni persona collegata ricevesse i messaggi di tutti gli altri utenti che in quel momento stanno usando IRC nel mondo, non riuscirebbe certo a tenergli dietro. Per questo motivo, su ciascuno dei server IRC sono in funzione un certo numero di canali (channels), identificati da un nome letterale, che ne indica l'argomento, preceduto dal carattere #, e che si comportano un po' come i canali di frequenza di una radio ricetrasmittente: l'utente dovrà collegarsi con uno di questi canali a sua scelta, e in questo caso potrà dialogare con tutti e soli gli altri utenti che in quel momento sono collegati sullo stesso canale in un qualsiasi server IRC.

Per dialogare con altri utenti della rete tramite IRC, quindi, sono necessari due passaggi:

  1. Collegarsi ad un server a propria scelta (possibilmente vicino, in modo da diminuire i tempi morti nel dialogo e il carico per la rete);
  2. Scegliere uno dei canali (o più di uno) in funzione su quel server.

Le modalità con cui effettuare queste operazioni variano a seconda del programma cliente che state usando, per cui vi conviene leggere la sua documentazione per capire cosa dovete fare con esattezza; molti dei programmi, comunque, vi permettono di inserire alcuni comandi standard preceduti dal simbolo /, come ad esempio /JOIN #irchelp per collegarsi con il canale su cui gli utenti esperti forniscono aiuto ai novizi. È possibile, tramite il proprio programma, ottenere una lista di tutti i canali esistenti al momento sul server, con il comando /LIST. Tale lista, comunque, è molto lunga e richiede tempo per essere trasmessa (mediamente, sui server della rete mondiale, ci sono circa tremila canali aperti contemporaneamente), per cui è utile conoscere in precedenza il nome del canale su cui ci si vuole inserire. Nessun canale esiste per sempre: qualunque utente può aprire un nuovo canale, e successivamente - se è stato lui a crearlo - chiuderlo quando desidera. Spesso, comunque, alcuni canali "registrati" vengono mantenuti automaticamente aperti.

Dopo aver scelto il canale, normalmente compariranno all'interno di una apposita finestra i messaggi digitati dagli altri utenti, di solito preceduti dal nome di chi li ha mandati; per immettere sul canale i vostri messaggi non dovrete fare altro che digitarli sulla tastiera, e quando premerete Invio essi compariranno sul monitor di tutte le altre persone collegate al canale. Va detto che nel dialogo su un canale IRC gli utenti sono normalmente identificati non dal loro vero nome, ma da un soprannome (nickname) che ciascun utente può scegliere all'interno delle opzioni del proprio cliente. È tuttavia normalmente possibile, tramite un apposito comando, ottenere il nome completo di un utente. I soprannomi non sono unici nè riservati, per cui può succedere che persone diverse usino lo stesso soprannome, sebbene questo sia un evento raro; in questo caso, l'ultimo arrivato deve scegliersi un nuovo soprannome.

Ogni persona che crea un canale diviene l'operatore di canale (channel operator o brevemente ChanOp o addirittura op). Questa persona è il vero e proprio padrone del canale: ha il diritto di sbattere fuori (kick out) dal canale qualunque utente indesiderato, e inoltre può, volendo, trasformare il canale in un canale privato (private channel), a cui soltanto le persone autorizzate possono collegarsi. Egli può anche chiudere il canale in qualsiasi momento, oppure nominare altri operatori di canale (in gergo, oppare altre persone). I soprannomi degli operatori di canale sono preceduti dal simbolo @. Se siete interessati a fare l'operatore o a organizzare conferenze testuali su IRC, potete leggere il paragrafo su come creare e gestire un canale IRC.

Se volete organizzare una chiacchierata elettronica tra un certo numero di persone, potreste allora accordarvi con esse sull'ora, sul server IRC e sul canale da usare, quindi all'ora stabilita collegarvi col server, creare il canale, attendere che tutti si siano collegati e quindi trasformarlo in canale privato, in modo che nessuno vi disturbi. In questo modo si possono realizzare vere e proprie conferenze testuali. Esiste comunque la possibilità, tramite gli appositi comandi, di spedire un messaggio privato ad una sola delle persone collegate al canale, o di aprire una finestra di dialogo privato con lui.

Come detto, i vari server IRC al mondo sono in continuo collegamento tra loro, per cui utenti collegati a server diversi possono dialogare sullo stesso canale in tempo reale. Tuttavia, non tutti i server sono collegati con tutti; di fatto, sono nate delle reti IRC (o gruppi), formate da insiemi separati di server che dialogano tra loro: ogni utente potrà quindi dialogare in tempo reale con gli utenti di server che fanno parte della rete IRC del server che sta usando, ma non con quelli di altre reti IRC. Le più grandi reti IRC sono IRCNet (quella cui appartiene il principale server italiano, quello di Pisa), EFNet e Undernet. D'altra parte, esistono anche server non inseriti in alcuna rete IRC: in questo caso, le discussioni avverranno soltanto a livello locale - ossia tra i soli utenti collegati a quel particolare server - con il vantaggio/svantaggio di un minore affollamento.

Segnalibro Alcuni clienti supportano anche un protocollo detto DCC (Direct Client to Client) che permette il dialogo diretto e la spedizione di file tra due utenti IRC senza passare attraverso il server, ma semplicemente stabilendo una connessione diretta tra i loro due programmi clienti. Sostanzialmente questo protocollo prevede tre comandi: Send, per inviare un file ad un altro utente IRC, Get, per accettare un file inviato da un altro utente IRC, e Chat, per iniziare una chiacchierata privata con un altro utente (o accettare la richiesta di DCC chat di un altro utente).

Il modo migliore di cominciare è... fare pratica! Pertanto, vi consiglio di collegarvi con qualche server IRC; alcuni sono:

irc.ccii.unipi.it
irc.tin.it
irc.azzurra.com
irc.roxybar.it
irc.univ-lyon1.fr
noc.belwue.de

(i primi quattro sono italiani, e, come la maggior parte dei server, rispondono sul numero di porta 6667, oppure 6666).

Il canale più usato dagli utenti italiani si chiama ovviamente #italia, tipicamente utilizzato tramite il server di Pisa o quello di TIN (i primi due indicati), che, essendo connessi a una rete mondiale, vi permetteranno di dialogare in italiano o in inglese con tutto il mondo. Il terzo server è invece un "angolino tranquillo", su una rete IRC esclusivamente italiana, utilizzato in particolare dai frequentatori di Usenet italiana e dai patiti di alcuni argomenti (da X-files ai cartoni animati giapponesi...). Il quarto è invece legato alle trasmissioni televisive "Roxy Bar" e "Help". Gli ultimi due sono server stranieri, collegati a reti mondiali, che potete utilizzare nel caso quello di Pisa non vi soddisfi.

Segnalibro Ecco un elenco dei principali comandi IRC, che quasi tutti i clienti vi permetteranno di inserire direttamente:
/LISTPresenta una lista dei canali attivi sul server. Poichè l'operazione può essere molto lunga, esistono alcune varianti come /LIST #stringa, che mostra solo i canali il cui nome contiene stringa, e /LIST -min n, che mostra solo i canali a cui sono collegati almeno n utenti.
/JOIN #canaleSi collega con il canale #canale.
/PART #canaleSi disconnette dal canale #canale.
/MSG nick messaggioSpedisce un messaggio privato al solo utente che usa il soprannome nick.
/ME messaggioManda il messaggio a tutto il gruppo, facendolo precedere dal nickname dell'autore.
/NICK nickCambia il proprio soprannome in nick.
/WHOIS nickPresenta alcune informazioni (nome, indirizzo E-mail...) sulla persona che sta usando il soprannome nick.
/NAMES #canalePresenta l'elenco degli utenti collegati al #canale.
/TOPIC #canale argomentoCambia l'argomento (topic) del canale #canale.
/QUERY nickApre una finestra di dialogo privato (query) con nick.
/AWAY messaggioSegnala a chi è collegato al canale e a chi cerca di contattarvi direttamente che siete momentaneamente assente o impegnato, spedendogli il messaggio indicato. (/AWAY e basta segnala che siete tornato a occuparvi dell'IRC!)
/QUIT messaggioSi disconnette dal server IRC, segnalando l'operazione con il messaggio indicato (se presente).

Segnalibro Ricordate che anche su IRC è bene rispettare un po' di educazione. In caso opposto, potreste venire bannati (sarebbe "banditi", ma questo è il termine gergale...) e trasformati in un fantasma (ghost), ossia in un utente a cui non è permesso collegarsi al server. In casi più gravi, può persino succedere che il vostro computer o persino l'intero vostro dominio vengano banditi dal server. Uno dei motivi che possono provocare il risentimento dei gestori del server è l'attivazione da parte vostra di un bot, ossia di un programma automatizzato che finge di essere umano, collegandosi a IRC, creando un canale e dando risposte il più possibile sensate agli altri utenti. (Per questo motivo, i bot sono ormai quasi scomparsi.) In un canale affollato, è bene indicare all'inizio di ogni frase il destinatario; ad esempio:

pippo: Il tuo soprannome è stupido.
E' inoltre un atto di grave scortesia ripetere più volte lo stesso messaggio in modo semiautomatico (taglia e incolla...) o comunque mandare di colpo una grande quantità di dati (floodare il server); questo rischia di far cadere le connessioni e può essere un buon motivo perchè l'operatore vi cacci (o, in gergo, vi kikki) dal canale. Le prime volte, potete anche fare per un po' di tempo il lurker, ossia l'osservatore passivo: una persona che ascolta gli altri restando "seminascosta nell'ombra".

Per completare la terminologia, aggiungeremo che con il termine net-lag si indica una possibile interruzione o ritardo temporaneo nell'arrivo dei messaggi degli altri utenti: può difatti succedere che si interrompano per qualche decina di secondi le comunicazioni tra voi e il server, e che quindi la conversazione sembri fermarsi, per poi riprendere di colpo con una grande quantità di messaggi. Questo fenomeno è tanto più probabile quanto più il server che usate è lontano da voi, per cui conviene sempre usare un server vicino.

Come forse avrete intuito, dal punto di vista sociale e linguistico il mondo di IRC è uno dei più caratteristici angoli della rete; esistono persone che si sono conosciute su IRC e poi sposate, e spesso i frequentatori assidui di un certo canale organizzano grandi ritrovi in cui incontrarsi e conoscersi fisicamente. Il sistema di comunicazione è spoglio e poco accogliente, e per questo motivo è diventato e sarà sempre più utilizzato da pochi affezionati piuttosto che dalla grande massa; d'altra parte, la maggior parte degli utenti più strani della rete gira su IRC...


Segnalibro 5.4. Che cos'è un WebChat? Come si usa?

Un WebChat è un sistema che permette il dialogo tra due o più utenti tramite una pagina WWW. Poichè le capacità del WWW sono quelle che sono, il dialogo - a differenza di IRC - non avviene in tempo reale; invece, nei sistemi classici l'utente deve inserire la frase che intende dire agli altri e premere un bottone; tale bottone provoca il ricaricamento della pagina dalla rete. Ogni volta che la pagina viene ricaricata, su di essa compaiono le frasi che sono state nel frattempo inserite dagli altri partecipanti alla discussione. Se il vostro collegamento con il WebChat non è sufficientemente veloce, quindi, rischiate di passare la maggior parte del tempo ad attendere il ricaricamento della pagina, e di non riuscire a intervenire a proposito a causa del ritardo che intercorre tra il momento in cui leggete i messaggi altrui e il momento in cui arriva il vostro. Inoltre, dover ricaricare una pagina ogni volta che si vuole dire qualcosa o anche solo ascoltare quello che hanno detto gli altri è un'operazione abbastanza tediosa.

Per questo motivo, IRC è un sistema mediamente più efficiente; comunque, se volete fare una prova, potrete trovare un paio di WebChat italiani agli indirizzi:

http://www3.iol.it/chat/chat.htm (Il chat di Italia Online)
http://www.icom.it/chat/ (WebChat, il più vecchio d'Italia)

Potete inoltre consultare DIR (http://www.tcstore.it/dir/) per un elenco di indirizzi di chat italiane.


Segnalibro 5.5. Che cos'è Talk? Come si usa?

Talk è il nome di un protocollo sviluppato per permettere a due utenti che dispongono di un account Unix di dialogare tra loro in tempo reale, mediante messaggi scritti sulla tastiera e visualizzati sul monitor. Poichè questo sistema ha sulle spalle un bel numero di anni, esso è assolutamente inadatto per l'uso da parte degli utenti che si collegano via modem: essi, per i motivi citati nel primo paragrafo di questo capitolo, dovrebbero ripiegare sull'uso di programmi come PowWow o ICQ, o usare IRC.

Per potere dialogare con Talk, comunque, è necessario stabilire un collegamento tra i due utenti. La procedura di dialogo richiede i seguenti passaggi:

  1. Uno dei due utenti, tramite il proprio programma di Talk, richiede all'altro di stabilire un collegamento. L'utente con cui si desidera parlare deve venire individuato da un "indirizzo" della forma nomeutente@nomemacchina, dove nomemacchina è il nome del computer che egli sta usando, e nomeutente è il login con cui egli si è collegato ad esso. Tale indirizzo, sebbene abbia un aspetto simile, non è l'indirizzo di E-mail della persona, almeno nei casi normali; si tratta invece di una forma compatta per esprimere il login dell'utente e il nome del computer che sta usando.
  2. Se l'altro utente sta facendo a sua volta funzionare un programma di Talk, sul suo schermo comparirà un messaggio del tipo "L'utente X richiede di stabilire un collegamento." A seconda del programma, gli verrà chiesto se vuole rispondere oppure gli verrà indicato che comando inserire per rispondere. Se invece l'altro utente non sta facendo funzionare un programma di Talk, non è possibile stabilire un collegamento: pertanto se si prevede di ricevere richieste di Talk è opportuno caricare sempre il programma di Talk in memoria quando ci si collega in rete (questa operazione è solitamente automatica sulle macchine Unix, mentre su un PC è solitamente necessario lanciare il programma a mano).
  3. Se l'utente remoto accetta il collegamento e risponde, lo schermo di entrambe le persone si dividerà in due parti; in una ciascun utente vedrà i messaggi inviati dall'altro, mentre nell'altra metà potrà scrivere i propri messaggi, che verranno spediti all'altro utente ogni volta che preme Invio.
  4. Quando uno dei due utenti vuole chiudere la conversazione, fornisce un apposito comando al proprio programma. Sul monitor dell'altro utente compare un messaggio del tipo "L'altro utente si è scollegato.".
Poichè gli indirizzi di Talk sono nella forma nomeutente@nomemacchina tipica dei computer con sistema operativo Unix, ma priva di significato su un PC (in cui l'utente è uno solo), un utente di PC deve generalmente configurare il proprio programma di Talk fornendo un nomeutente tramite il quale può essere contattato.

Ovviamente non è possibile effettuare un Talk con un altro utente della rete se egli non è collegato in quel momento. Per questo motivo può essere utile, prima di richiedere un collegamento, verificare se egli è collegato tramite ad esempio FINGER.


Leggi il sesto capitolo

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