Leggi il tredicesimo capitolo

14. L'hardware per Internet


Segnalibro
  1. Quale PC e quale hardware aggiuntivo servono per usare Internet?
  2. Come è fatto un PC? Come posso valutarne le prestazioni?
  3. Che cosa sono e come funzionano le schede audio e video?
  4. Cos'è e come si sceglie un modem?
  5. Come si installa e si configura un modem?
  6. Cos'è e come si sceglie una scheda di rete?

Segnalibro 14.1. Quale PC e quale hardware aggiuntivo servono per usare Internet?

Qualsiasi PC può essere usato per accedere a Internet; tuttavia è necessario possedere un certo numero di parti hardware e di programmi software.

Per quanto riguarda l'hardware, anche un PC con processore 8088 è sufficiente; tuttavia, tutti i computer sui quali non è disponibile Windows (in una qualsiasi versione) potranno accedere alla rete soltanto in modalità testuale, mediante appositi programmi da DOS. Comunque, stavamo scherzando... di fatto, un sistema operativo grafico è ormai necessario per utilizzare Internet. In questo capitolo e nel successivo, quindi, ci occuperemo esclusivamente dell'hardware e del software necessario per l'uso di Internet con un PC e un sistema operativo Windows.

Per quanto riguarda l'hardware, le necessità sono:

Non è necessario niente altro. Tuttavia, le prestazioni globali del vostro computer (tipo e velocità del microprocessore, scheda video, scheda audio...) influenzeranno pesantemente la qualità del vostro accesso alla rete. Se disponete ad esempio di poca memoria, preparatevi a qualche attesa: difatti Netscape Navigator - il più diffuso browser esistente - è un programma molto "ingordo" di memoria, per cui il vostro sistema subirà rallentamenti quando Windows dovrà utilizzare l'hard disk (usato come memoria virtuale) per fornirgliela. Se non disponete di una scheda audio, non potrete ascoltare nessun tipo di suono prelevato dalla rete, e così via. Al giorno d'oggi, la minima configurazione necessaria per sfruttare decentemente Internet è un computer con processore 486 almeno DX a 50 MHz o DX2 a 66 MHz e con 8 MB di RAM, scheda video almeno Super-VGA. Intendiamoci: si vive benissimo anche con meno, e non è certo il caso di cambiare computer solo per velocizzare l'accesso a Internet!

Comunque, dovendo acquistare un computer in questo momento è il caso di orientarsi almeno su di un Pentium MMX da 166 o 200 MHz, con almeno 16 MB di RAM (possibilmente 32), ulteriormente espandibili in caso di necessità.


Segnalibro 14.2. Come è fatto un PC? Come posso valutarne le prestazioni?

Avvertendo che questo paragrafo risulterà particolarmente stupido per molti dei lettori di questa guida, vale la pena di risolvere alcuni dubbi che spesso si hanno quando si tratta di scegliere o di valutare un computer. Per chiarire questi dubbi, ecco una breve lista dei componenti principali di un computer e dei parametri che permettono di valutarne le prestazioni, con l'avvertenza che il mercato dell'elettronica è soggetto a sbalzi clamorosi: le indicazioni sotto riportate sono state scritte all'inizio del 1998, e potrebbero diventare obsolete in pochi mesi.

  1. Il microprocessore. Esso è il cuore del computer: è quello che compie quasi tutte le operazioni richieste durante l'esecuzione di un programma. I primi PC originali (quelli IBM) erano basati su microprocessori prodotti dalla Intel, ma negli ultimi anni sono stati immessi sul mercato computer compatibili basati su processori di altri costruttori. Ovviamente, non è detto che un processore non-Intel sia per forza migliore o peggiore di un processore Intel: dipende dal modello!
    Le prestazioni di un microprocessore possono essere valutate dalla sua frequenza di clock e dal suo numero di bit (oltre che dal processore stesso).
    La frequenza di clock (50 MHz, 66 MHz...) misura la velocità intrinseca del processore: un processore da 50 MHz (megahertz) può eseguire 50 milioni di "operazioni elementari" al secondo, per cui più alta è questa frequenza maggiore è il numero di operazioni eseguite in un secondo. Poichè oltre qualche decina di MHz, per una serie di motivi fisici, non si riesce ad andare, almeno per quanto riguarda la velocità generale del computer, sono stati inventati vari trucchi per aumentare questo numero e far felici i clienti, il più diffuso dei quali (implementato nelle serie "DXn" dei 486, e su tutti i Pentium) è quello di aumentare la velocità interna del processore - il che non è troppo difficile - senza aumentare la velocità con cui il processore comunica con tutte le altre parti del computer - il che sarebbe molto più difficile; in pratica, un processore "DXn" lavora alla frequenza di clock indicata, ma comunica con l'esterno ad una frequenza che è un ennesimo della frequenza di clock. Per fare un esempio, un processore 486-DX2 a 66 MHz compie internamente 66 milioni di operazioni elementari al secondo, ma comunica con il resto del computer a 33 MHz (66 diviso 2), ossia può comunicare un dato all'esterno per 33 milioni di volte al secondo. Insomma, quando vi danno un Pentium a 166 MHz, non pensate che tutte le parti del vostro computer lavorino a tale frequenza: quella è la velocità soltanto delle parti interne del microprocessore!
    Il numero di bit indica quanti bit possono essere trattati dal computer in una volta sola. Ad esempio, un processore a 16 bit può sommare tra loro in un colpo solo due numeri binari di 16 bit ciascuno, ma se deve sommare due numeri di 32 bit ciascuno deve farlo in due passi. Pertanto, maggiore è il numero di bit maggiore è la velocità di calcolo. Anche qui, sono stati inventati vari trucchi, il più diffuso dei quali è quello adottato nelle serie "SX", peraltro ormai praticamente defunte: in questi processori, il computer lavorava internamente ad un certo numero di bit, ma comunicava con l'esterno a "blocchi" di metà di questo numero di bit. Ad esempio il processore 386SX lavorava internamente a 32 bit, ma spediva i dati agli altri componenti a 16 bit alla volta (il che ovviamente rallenta le comunicazioni con il resto del computer).
    Poichè le esigenze di marketing non sono quelle della chiarezza, comunque, varie ditte hanno prodotto processori con caratteristiche leggermente diverse da quelle che il loro nome farebbe supporre... insomma, non prendete le indicazioni sopra esposte come valide sempre e comunque. Ad esempio, ditte concorrenti della Intel hanno lanciato i "processori col più": un processore 586 "166+" funziona in realtà a meno di 166 MHz, ma grazie ad alcuni accorgimenti riesce ad offrire circa le stesse prestazioni di un Pentium 166.
    Questi parametri, comunque, servono a confrontare tra loro processori dello stesso tipo (ossia dello stesso numero di serie), ma ovviamente processori diversi, pur andando alla stessa frequenza di clock e avendo lo stesso numero di bit, possono fornire prestazioni radicalmente diverse. Tanto per chiudere, ecco una lista in ordine di potenza dei vari processori Intel storicamente montati sui PC: 8088, 8086 (il primo nato), 80286, 80386, 80486, Pentium, Pentium Pro (quest'ultimo è superiore al Pentium solo in determinati ambienti operativi) e Pentium II. Le case concorrenti, come la Cyrix o la AMD, si sono inventati nomi come il 586 o il 6x86 (che in realtà è più o meno della stessa fascia del Pentium...) Nel corso del 1997 si sono diffusi i processori Pentium MMX, ossia dei Pentium a cui sono state aggiunte "istruzioni multimediali" che dovrebbero aumentarne la potenza per l'uso grafico.
  2. I coprocessori. Un coprocessore è un particolare chip che, una volta montato, interagisce strettamente con il processore centrale, diventandone una appendice e migliorandone le prestazioni. Famosissimo, fino a qualche anno fa, era il coprocessore matematico (l'80287 per il 286, l'80387 per il 386) che aggiungeva al processore la capacità di eseguire velocemente calcoli con numeri non interi. Tuttavia, a partire dal 486 (che è sostanzialmente formato da un 386 e un 387) queste capacità sono state integrate direttamente nel processore, per cui i coprocessori matematici a parte si sono estinti.
  3. La memoria RAM. La RAM (Random Access Memory) è la memoria usata dal calcolatore per conservare i programmi e i dati con cui sta lavorando, per tutto il tempo per cui il computer rimane acceso. In realtà, esistono altri tipi di memorie, come vedremo; tuttavia la RAM è fondamentale. Nella generazione dei 486, quasi tutti i programmi richiedevano almeno 4 MB (megabyte) di RAM per funzionare decentemente, ed era bene non scendere sotto gli 8 MB. Con i Pentium - anche in seguito ad un crollo di circa 8 volte nel prezzo della memoria, avvenuto intorno alla metà del 1996 - il minimo è 16 MB di RAM, e sono consigliati 32 MB.
    Esistono vari tipi di chip contenenti memoria RAM: fino ai 486 si usavano le SIMM a 30 pin (i pin sono i piedini che collegano un chip alla scheda madre), poi 486 e Pentium si sono diffusi prevalentemente insieme alle SIMM a 72 pin, e recentemente si sono diffuse le DIMM. (Le SIMM sono moduli in cui i piedini sono disposti su una singola fila, e i chip sono quindi montati su un rettangolo sottile; le DIMM hanno invece i piedini su due file, e hanno quindi una forma a parallelepipedo.) Un parametro importantissimo per l'efficienza della RAM è il tempo di attesa per accedere ad un dato memorizzato; le SIMM a 72 pin avevano tempi dell'ordine dei 60 - 70 nanosecondi, mentre le DIMM hanno tranquillamente un tempo d'attesa di 10 ns. Per velocizzare l'accesso, le più recenti SIMM a 72 pin utilizzano la modalità EDO (Extended Data Output), che sincronizzava meglio le operazioni accelerando il tutto. Il tipo di memoria che potete montare dipende comunque dagli spazi (slot) disponibili sulla vostra scheda madre; inoltre spesso sono necessarie particolari combinazioni (ad esempio bisogna riempire gli slot a coppie con chip uguali) descritte sul manuale della scheda madre.
    Poichè comunque la RAM è relativamente costosa, i sistemi operativi moderni permettono di impostare la cosiddetta memoria virtuale, ossia di definire uno spazio sull'hard disk (swap space) che verrà sottratto ai normali file - spesso occupandolo con un grosso file detto appunto swap file - e utilizzato come ulteriore memoria. Quando la memoria RAM sarà tutta occupata, difatti, il sistema operativo provvederà a scrivere temporaneamente sull'hard disk parte del suo contenuto, liberando così spazio per nuovi dati e programmi; quando sarà necessario ricominciare ad usare il contenuto di memoria spostato sull'hard disk, verrà scritta sull'hard disk qualche altra parte della memoria, e quella precedente verrà riletta nella RAM. Ovviamente, questo sistema funziona finchè l'accesso al disco è veloce e il riempimento della RAM è evento relativamente raro, altrimenti il sistema passa tutto il proprio tempo a copiare blocchi di memoria sull'hard disk e a rileggerli.
  4. La memoria cache. Una cache (o memoria tampone) è una parte di memoria molto veloce (come tempi di lettura e scrittura) che viene usata per trattare velocemente piccole quantità di dati: se devo trattare una grossa quantità di dati memorizzati in una memoria lenta (come può essere la RAM) è più veloce ed efficiente copiarne un intero blocco in una memoria veloce, e poi operare su di esso. Poichè il costo di una memoria è direttamente proporzionale alla velocità, la memoria cache è di estensione molto minore della RAM, tipicamente 128, 256 o 512 KB (kilobyte). In realtà, questa è la cache esterna (o cache di secondo livello); normalmente esiste anche una cache interna, integrata nel processore (quindi l'utente non può comprarne altra o modificarla: si becca quella che c'è) che funziona a sua volta da cache per la cache esterna. Difatti il concetto di "lento" e "veloce" è relativo: dovunque ci sia una memoria se ne può prendere una più veloce e usarla da cache per quella memoria. Ad esempio, il programma SmartDrive incluso nel DOS utilizzava la RAM da cache per l'hard disk, visto che la RAM è più veloce dell'hard disk! L'efficienza di una memoria cache è misurata dall'hit rate, che misura quanto spesso il dato cercato è stato letto dalla cache invece che dalla memoria originaria: difatti, se sfortunatamente il processore deve leggere un dato che è memorizzato in un punto della memoria originaria che non fa parte del blocco attualmente copiato nella cache, esso dovrà andarselo a leggere nella memoria originaria, più lenta.
  5. La memoria di massa. Con questo termine si intendono tutte quelle memorie di grandi dimensioni e capaci di conservare i dati a lungo anche a computer spento, ma di accesso molto più lento della RAM. L'esempio tipico è l'hard disk, la cui capacità influenza essenzialmente la quantità di dati e di programmi che potete installare sul vostro computer. Al giorno d'oggi il minimo consigliato è 1.2 GB (ossia un hard disk che può memorizzare 1.2 gigabyte, ossia più di un miliardo di caratteri), non solo per lo spazio disponibile, ma anche perchè hard disk di dimensioni inferiori non permettono risparmi significativi. Di fatto, 2 GB sono oggi un valore sensato.
    Esistono sostanzialmente due tipi di hard disk: gli IDE/EIDE e gli SCSI; quest'ultimo è uno standard per l'interazione tra periferiche e PC che garantisce prestazioni superiori, ma ovviamente richiede hardware apposito e periferiche compatibili, generalmente più costose di quelle normali. Il tipo di hard disk che potete usare è determinato dal vostro controller, ossia dall'hardware che si occupa di gestire le comunicazioni con l'hard disk stesso.
    Altri tipi di memoria di massa, a differenza dell'hard disk, sono rimovibili, ossia possono essere facilmente estratti e portati in giro, e possono essere utilizzati dovunque vi sia un lettore. Il più comune tipo di memoria di massa rimovibile è attualmente il floppy disk, nel formato universale da 3"1/2 (ma se vi interessate di informatica da un po' di tempo, vi ricorderete senz'altro dei floppy da 5"1/4 e dei "padelloni" da 7 pollici e rotti che si usavano quindici anni fa, e magari anche dei tempi in cui al posto dei PC si usavano gli "home computer" dotati di un efficientissimo registratore a cassette). Negli ultimi anni, tuttavia, a causa dell'insufficiente capacità dei dischetti, si sono affermati altri tipi di memoria, primo fra tutti il CD-ROM (la sigla ROM significa Read Only Memory e indica una memoria i cui contenuti vengono impressi una volta per tutte in sede di fabbricazione e non possono più essere modificati), che offre una capacità di memorizzazione pari a quasi 500 dischetti! A proposito dei lettori CD-ROM, la sigla nx che li caratterizza, dove al posto di n c'è un numero, ne indica semplicemente la velocità, espressa come multiplo di quella dei primi modelli apparsi sul mercato (8x = otto volte). Stanno cominciando a diffondersi i masterizzatori, ossia apparecchi capaci di scrivere (per una volta sola, ovviamente) i CD-ROM; sono già pronti ad essere lanciati i CD riscrivibili e altri sistemi come il DVD.
    Sempre per via della scarsa capacità dei dischetti, sono stati sviluppati altri strumenti, come gli streamer, basati sull'uso di nastro magnetico ma lenti e poco affidabili, e i drive Zip o Syquest, che utilizzano cartucce rimovibili di capacità che va da qualche decina di MB al GB, utilizzabili però allo stesso modo dei floppy. In particolare, molto diffuso è il drive Zip, che è facilmente trasportabile, usa cartucce da 100 MB e, a seconda del modello, può essere collegato alla porta parallela o ad un controller SCSI.
Oltre a questi componenti, sono necessarie schede (ossia, piastre contenenti un circuito stampato e alcuni componenti elettronici integrati montati su di esso) aggiuntive, che possono essere inserite in appositi alloggiamenti (slot). Esistono vari standard di schede a seconda del tipo di bus (che è l'"insieme di fili" che mette in comunicazione il processore e i vari componenti del computer) presente sulla motherboard (ossia la scheda base del computer, quella su cui è montato il processore) del vostro computer. Il mercato è attualmente orientato alla diffusione dello standard PCI per i bus, sostituendo i precedenti ISA e VESA, ma anche qui le mode cambiano facilmente... Il numero di alloggiamenti disponibili nel computer limita la quantità di schede aggiuntive installabili: una volta che tutti gli slot sono occupati, non potrete installare nuove schede senza togliere una di quelle esistenti. La maggior parte delle schede aggiuntive richiede l'installazione di proprio software, detto driver (letteralmente, autista, ossia programma che controlla il funzionamento della scheda), per poter essere utilizzata.


Segnalibro 14.3. Che cosa sono e come funzionano le schede audio e video?

Tra le schede aggiuntive, fondamentale è la scheda video, che deve obbligatoriamente essere presente (altrimenti non potreste vedere un bel niente sul vostro monitor: la sua gestione è affidata a questa scheda). Alcuni costruttori, comunque, integrano la scheda video sulla motherboard, il che presenta il vantaggio di non occupare uno slot con essa, e lo svantaggio di rendere difficile la sua sostituzione (operazione peraltro raramente necessaria, a meno di guasti).

Fino a qualche anno fa, le schede video rispettavano alcuni standard (CGA, EGA, VGA...). Con la crescita delle capacità grafiche dei computer, comunque, il numero di produttori è aumentato, ed ha portato ad una notevole anarchia nel mercato, che spesso offre pochi punti di riferimento.

Segnalibro Ciascuna scheda video è caratterizzata in generale dalle risoluzioni visualizzabili. Una risoluzione, o meglio modo video, è caratterizzata da due dimensioni (larghezza e altezza) e da un numero di colori. Le dimensioni indicano il numero di colonne e righe in cui viene diviso il monitor; il loro prodotto dà il numero di pixel (ossia, puntini elementari) sullo schermo: maggiore è il numero di pixel, migliore sarà l'immagine, in quanto essa sarà composta da puntini di dimensioni minori, mentre se il numero di pixel è basso si avrà l'effetto "quadratoso" tipico dei computer di qualche anno fa. Il numero di colori è il massimo numero di colori diversi che possono essere mostrati contemporaneamente sullo schermo, e viene talvolta dato sotto forma di numero di bit, nel qual caso il numero dei colori è pari a 2 elevato al numero di bit. Le modalità a 16 milioni di colori (24 bit) vengono indicate come truecolor. Ad esempio, alla risoluzione 800x600 in 256 colori (o anche 800x600x8 bit, visto che 256 = 2 all'ottava) lo schermo viene diviso in 800 colonne e 600 righe (ossia in 480.000 puntini) e vengono visualizzati al più 256 colori.

Le risoluzioni visualizzabili sono limitate dalla memoria disponibile sulla scheda video (e non dalla RAM del computer; ciascuna scheda attinge dalla propria memoria video (VRAM)). Ad esempio, nella risoluzione 800x600x8 bit (256 colori), ciascun pixel può assumere 256 valori diversi a seconda del suo colore, per cui per ciascun pixel sono necessari 8 bit per memorizzare il suo colore, ossia un byte. Essendoci 480.000 puntini sullo schermo, saranno necessari 480.000 byte per poter memorizzare l'intera schermata, per cui la scheda dovrà disporre di una propria memoria di almeno 480.000 byte per poter funzionare a quella risoluzione. Le schede attuali hanno tipicamente una memoria di 1, 2 o 4 megabyte.

Oltre alla scheda video, comunque, perchè la risoluzione possa essere utilizzata anche il monitor deve supportarla: scegliendo un monitor è bene informarsi di quali sono le sue risoluzioni massime. Molti monitor riescono a raggiungere risoluzioni maggiori tramite la tecnica dell'interlacciamento: se si deve visualizzare una schermata ad esempio di 1024 righe, il monitor divide il proprio schermo in 512 righe (la metà), accoppia le 1024 righe della schermata a due a due, accoppiando righe tra loro adiacenti, e visualizza alternativamente l'una e l'altra delle righe di ciascuna coppia sulla stessa riga delle 512 disponibili; in questo modo, se l'alternanza delle due righe della schermata sulla stessa riga del video è sufficientemente rapida, si riesce a creare l'illusione della presenza di entrambe le righe. Tuttavia, in questo modo si ottengono immagini che, come normalmente si dice, "ballano", e alla lunga stancano gli occhi molto più di un video normale: pertanto non conviene adottare modalità video alle quali il proprio monitor adotta l'interlacciamento, ed è bene informarsi all'atto dell'acquisto su quali siano le risoluzioni interlacciate.

La scheda audio è un componente meno diffuso, che permette al software che la supporta di generare e registrare suono. Al momento la scheda più diffusa è la Sound Blaster nelle sue varie versioni: la Pro (che genera suoni in modulazione di frequenza (FM) a 8 bit), la 16 (suoni in FM a 16 bit) e le AWE 32/64/64 Gold (che si servono anche di suoni campionati, che presentano una qualità migliore di quelli in FM). Un'altra scheda, meno diffusa e quindi meno supportata, è la Gravis Ultrasound.

Tra le caratteristiche più importanti di una scheda audio vi sono le sue capacità di comunicazione: la scheda può essere half duplex - e in questo caso non può registrare suono mentre ne riproduce - o full duplex - e in questo caso può registrare e riprodurre contemporaneamente. Quest'ultima caratteristica - posseduta ad esempio dalle SoundBlaster AWE 64, ma non dalla 16 - è fondamentale per usare il PC per telefonare in rete o come studio di registrazione audio casalingo. Inoltre, può essere utile la compatibilità con lo standard General MIDI, ossia la capacità della scheda di riprodurre brani MIDI utilizzando un set di strumenti standard di buona qualità.


Segnalibro 14.4. Cos'è e come si sceglie un modem?

Un modem (contrazione per modulatore - demodulatore) è un apparecchio progettato per convertire i dati digitali provenienti dal computer in un segnale analogico che possa venire trasmesso su di una linea per trasmissione analogica, quale ad esempio la linea telefonica, e inoltre per effettuare anche l'operazione opposta di conversione dei segnali analogici ricevuti tramite la linea telefonica in segnali digitali che possano essere trattati dal computer. La conversione da digitale ad analogico comporta una modulazione in frequenza: a seconda del valore digitale da trasmettere (zero o uno) viene immesso sulla linea analogica un segnale avente frequenza diversa (esistono anche codifiche più complesse, in cui la modulazione non riguarda la frequenza ma altri parametri... ma vi risparmierò la teoria della trasmissione numerica!). La conversione da analogico a digitale è quindi effettuata tramite una demodulazione: il modem legge il segnale che giunge dalla linea analogica e, utilizzando un sistema dipendente dalla modulazione usata, decide quale valore è stato trasmesso, e passa quindi al computer ricevente uno zero o un uno.

Il modem è solitamente collegato al computer tramite una linea seriale, ossia un cavo sul quale può venire trasmesso un bit per volta, per cui i messaggi vengono trasmessi sotto forma di sequenza di bit. (Il contrario di una linea seriale è una linea parallela, in cui più bit possono venire trasmessi contemporaneamente, usando un filo diverso per ciascun bit: un esempio è il bus interno del vostro calcolatore.) Il modem andrà quindi connesso alla porta seriale del computer, che diventa, come vedremo tra poco, un elemento molto importante per la qualità della vostra connessione.

Si può distinguere tra data modem (modem per la trasmissione di dati) e fax modem (modem per la trasmissione di fax); la maggior parte dei modelli oggi in commercio incorpora entrambe le funzioni, permettendo sia la trasmissione di dati (come ad esempio è necessario per connettersi a Internet) sia la trasmissione di fax. In realtà, un fax non è altro che un insieme di dati binari che rappresenta la codifica digitale di una pagina scritta; comunque, la sua trasmissione verso un normale fax richiede che il modem sia esplicitamente predisposto per tale operazione; questa predisposizione viene appunto indicata dicendo che il modem è un fax modem.

I modem possono essere interni o esterni: un modem interno è posto su una scheda inserita direttamente nel computer, mentre un modem esterno è un apparecchio separato, collegato al computer tramite la porta seriale. Le versioni esterne costano leggermente di più e hanno bisogno di una alimentazione separata e di un po' di spazio sulla vostra scrivania, ma sono più facilmente manovrabili e controllabili (se non altro, potete facilmente spegnere e riaccendere il modem o osservarne le spie luminose), e possono essere portati in giro senza problemi, per cui sono generalmente la scelta migliore.

Un modem è essenzialmente caratterizzato dalla sua velocità di trasmissione (in inglese, bit rate o transfer rate), misurata in bps. I bps (bit-per-second, ossia bit al secondo) sono l'unità di misura della velocità di trasmissione di dati binari; in passato si usava indicare il bps anche con il nome baud, che però ha un significato leggermente diverso e non dovrebbe quindi essere usato in questo senso. Al giorno d'oggi la scelta è fra i modelli a 14400 bps, quelli a 28800 bps e quelli a 33600 bps; un modem da 14400 bps può trasmettere nominalmente 14400 bit al secondo, ossia 1800 byte al secondo (14400 diviso 8), mentre un modem da 28800 bps dovrebbe teoricamente raggiungere una velocità doppia. E' stata introdotta recentemente una tecnologia denominata k56flex, che permette di trasmettere a 56 Kbps; in realtà, esistono due sistemi tecnicamente diversi e tra loro incompatibili, e non è chiaro quale diventerà quello standard. Prima di acquistare un modem di questo tipo, quindi, è bene informarsi se il proprio provider lo supporta e in tal caso quale tipo è supportato.

Alcuni modelli (anzi, praticamente tutti) dispongono di una tecnica di compressione che permette di quadruplicare la velocità (ossia arrivare fino a 57600 bps con un modem che nominalmente ne trasmette 14400 o a 115200 bps con un modem da 28800), e/o di una tecnica di correzione degli errori. Solitamente è possibile individuare la presenza o meno di queste caratteristiche da un certo numero di sigle; le più usate sono quelle attribuite dall'ITU (ex CCITT), e in particolare:

Tuttavia, la velocità effettiva che può essere raggiunta dal vostro modem non dipende soltanto dalle sue caratteristiche. Innanzi tutto, il collegamento viene stabilito con un altro modem; se esso è più lento del vostro, limiterà comunque la velocità della connessione (per cui è il caso, prima di scegliere il modem, di informarsi sulle velocità supportate dal vostro provider). In particolare, la tecnologia a 56 Kbps richiede l'adozione di apparecchiature che al momento (inizio '98) ben pochi provider possiedono. Inoltre, la rete telefonica italiana è vecchia e poco efficiente, per cui spesso aumentando la velocità di trasmissione gli errori aumentano in modo tale da "mangiarsi" l'aumento teorico di velocità. Molti utenti italiani, specialmente fuori dalle grandi città, saranno di fatto costretti a trasmettere a velocità inferiori alla potenzialità dei modem, pena frequenti cadute della connessione o errori di trasmissione. Di fatto, dovendo acquistare un modem nuovo in questo momento (inizio '98), il miglior rapporto prezzo/prestazioni si ha sui modelli a 33600 bps.

Segnalibro Un ultimo aspetto, spesso dimenticato, è quello della porta seriale. È perfettamente inutile disporre di un modem esterno iperveloce, se poi la vostra porta seriale non può andare più velocemente di 9600 bps! Sfortunatamente, la velocità della porta seriale è difficilmente conoscibile dall'utente finale, a meno di non compiere test di vario tipo; fortunatamente, quasi tutte le porte seriali montate negli ultimi due o tre anni sono di tipo UART 16550, e possono tranquillamente gestire le velocità di trasmissione attuali. Le porte UART 16550 offrono prestazioni migliori anche perchè dispongono di un proprio buffer, ossia di proprie aree di memoria tramite le quali può ottimizzare le comunicazioni. (La sigla UART significa Universal Asynchronous Receiver-Transmitter e indica che la porta rispetta alcune specifiche standardizzate; il buffer è spesso accompagnato dalla sigla FIFO, che significa first in, first out e indica che i dati vengono letti ed estrati dal buffer nello stesso ordine con cui ci sono entrati.) Se volete sapere qual è il tipo della vostra porta seriale, potete ad esempio utilizzare l'utility msd fornita con molte versioni del DOS e di Windows (basta digitare il suo nome al prompt del DOS).


Segnalibro 14.5. Come si installa e si configura un modem?

Per poter usare un modem è necessario innanzi tutto installarlo, seguendo le istruzioni con esso fornite.

Con Windows 95 è spesso possibile utilizzare il riconoscimento automatico delle periferiche: basta accendere il modem, poi accendere il computer, e il modem dovrebbe essere riconosciuto automaticamente. Altrimenti, è possibile premere su Avvio, selezionare Impostazioni e quindi Pannello di controllo; dall'interno del Pannello di Controllo, si può avviare Installa nuovo hardware e seguire le istruzioni; in alternativa, sempre nel Pannello di Controllo, potete doppiocliccare su Modem e selezionare Aggiungi.

Dopo aver installato il modem, vi conviene, dal Pannello di Controllo, doppiocliccare su Modem, selezionare il vostro modem nella finestra sottostante e premere su Proprietà: comparirà uno schermo di configurazione. Nel pannello Generale di tale schermo potrete controllare i settaggi della velocità massima e del numero della porta seriale a cui il modem è collegato, nonchè il volume dell'altoparlante. Tramite la casella Esegui connessione solo a questa velocità, è possibile forzare il modem a non accettare connessioni a velocità più bassa di quella impostata, il che però potrebbe essere problematico con linee telefoniche "sporche". Nel pannello Connessione potete inserire le caratteristiche della connessione (di norma 8 bit di dati, nessun bit di parità, 1 bit di stop), e alcune altre preferenze (barrate la casella Attendi il segnale... se siete collegati a un centralino e dovete attendere che si liberi la linea prima di fare il numero). Cliccando su Avanzate potete configurare altre opzioni; normalmente, è opportuno attivare il controllo d'errore e il controllo di flusso hardware. Nella riga Impostazioni addizionali, inoltre, potete inserire la vostra stringa di configurazione (di cui si parla più sotto); normalmente ciò non è necessario, ma se avete frequenti problemi di connessione provate a creare una stringa di configurazione e ad inserirla. Sempre dal pannello Connessione, cliccando su Impostazioni della porta, è possibile attivare o disattivare il buffer FIFO, a seconda del tipo di porta seriale che avete.

Dallo schermo Modem del Pannello di Controllo, premendo su Proprietà di composizione, potete impostare alcune preferenze relative alla composizione del numero; in particolare, potete selezionare il Tipo di segnale usato per fare il numero (normalmente è a frequenza, usate quello a impulsi solo se siete collegati a una vecchia centrale telefonica elettromeccanica) e potete inserire, nel caso siate collegati ad un centralino, il codice da fare prima di comporre i numeri esterni, urbani e interurbani (ad esempio lo 0).

All'interno di ogni singolo programma che usa il modem sarà poi sufficiente scegliere il vostro modem dall'elenco di quelli installati (anzi, poichè normalmente ne avrete installato soltanto uno, non avrete molto da scegliere!).

Con DOS e Windows 3.x, invece, non vi è una opzione "centralizzata" di installazione del modem, ma ciascun programma di comunicazione richiede all'utente di specificare il tipo di modem nella configurazione; raramente troverete il vostro modem, ma spesso è presente una opzione per un modem Generico o Hayes compatibile che dovrebbe funzionare. Anche le opzioni di composizione del numero devono essere settate per ciascun programma, e a volte sono effettuate mediante uno script. Inoltre, molti programmi permettono o richiedono la configurazione manuale del modem, inserendo la stringa di inizializzazione a mano.

Poichè molti modem non dispongono di una propria memoria interna capace di conservare la configurazione anche quando si spegne l'apparecchio, e comunque il suo uso non è dei più semplici, i programmi solitamente ritrasmettono la configurazione tutte le volte che si accende il modem. Questa operazione viene compiuta trasmettendo al modem, tramite la porta seriale, un certo numero di comandi, tipici del modem stesso, che messi uno dietro l'altro formano la cosiddetta stringa di inizializzazione del modem: un insieme di caratteri apparentemente incomprensibile.

Fortunatamente la maggior parte dei modem sono ormai compatibili con un "modem standard" detto Hayes (dal nome del produttore), che riceve i comandi in un modo ormai assunto come convenzione generale. Insieme al modem dovrebbe essere fornito un manuale più o meno esauriente; comunque, un modem Hayes viene inizializzato trasmettendo i caratteri AT seguiti dai comandi che si vogliono impartire, che sono formati solitamente da una lettera (eventualmente preceduta da &, % o \) e da un numero. Questi comandi riguardano spesso argomenti un po' troppo tecnici per essere qui trattati; per questo motivo è meglio riportare una stringa di inizializzazione che dovrebbe andar bene per tutte le situazioni e con molti modem:

ATE1V1Q0&K3\N3%C3X3M3L0W1\J1&C1S7=20

Ed ora, ecco dove potete modificarla:

Va comunque detto che non tutti i modem supportano tutti i comandi; se avete problemi, provate con una stringa semplice (ad esempio ATE1X3) e poi, se funziona, provate ad aggiungere altro.

Molti programmi vi chiedono di inserire la stringa nella configurazione; in questo caso, fate attenzione perchè certi programmi richiedono l'inserimento dell'AT iniziale, altri no. Altri programmi, tra cui Trumpet Winsock, vi richiedono di spedire direttamente la stringa al modem. L'ordine dei comandi nella stringa di inizializzazione è ininfluente, ma non devono esserci spazi nella stringa!

Allo stesso modo, è possibile dare ad un modem Hayes vari comandi. I più importanti sono:
ATDTnumeroChiama il numero di telefono indicato, componendolo con il sistema a toni (centrali elettroniche).
ATDPnumeroChiama il numero di telefono indicato, componendolo con il sistema a impulsi (centrali elettromeccaniche).
(In entrambi i casi, il numero può contenere al suo interno delle virgole, per indicare un punto in cui si deve aspettare, ad esempio perchè dall'altra parte della linea c'è un centralino che deve connettersi. Ad esempio, ATDT333333,,20 chiama il numero 333333, attende quattro secondi, quindi compone ancora il numero 20.)
ATDLRichiama l'ultimo numero chiamato.
ATARisponde ad una chiamata in arrivo.
ATZResetta il modem
(Dopo questa operazione è necessario rispedire al modem la stringa di inizializzazione)
ATH0Riattacca, terminando la connessione.
(Per poter inviare un comando, ad esempio quello per riattaccare, a metà di una connessione, è necessario inviare al modem una sequenza che "attiri la sua attenzione", che normalmente è+++.)

Mentre la maggior parte dei programmi per DOS e Windows 3.x vi permettono di controllare a mano il modem, spedendo i vari comandi, i programmi per Windows 95 sono ormai automatizzati. Questo significa che sono più facili da usare, ma anche che in caso di malfunzionamenti potete fare ben poco...


Segnalibro 14.6. Cos'è e come si sceglie una scheda di rete?

Una scheda di rete è un componente hardware aggiuntivo, inserito negli slot di espansione del vostro PC, che permette al vostro computer di comunicare con una rete locale. È quindi necessario disporre di una scheda di rete per poter connettere direttamente il proprio computer ad una rete locale (a differenza della connessione via modem, per cui è sufficiente la porta seriale). La scheda di rete si assume il compito di prendere i messaggi binari che il vostro computer deve trasmettere e di trasformarli in messaggi fisici che possano venire direttamente immessi sulla rete locale, tipicamente dividendoli in pacchetti ed effettuando la conversione da binario a fisico, nell'ambito della struttura a livelli delle comunicazioni.

Poichè reti locali diverse usano protocolli e sistemi di trasmissione fisica diversi, la scheda dovrà essere capace di convertire i vostri messaggi binari nel protocollo fisico parlato su quella particolare rete. Per questo motivo, esiste una scheda diversa per ciascun tipo di rete, e una scheda usata per un tipo di rete non va bene per un altro! Pertanto, se voi disponete di un computer in un edificio dotato di una rete locale e volete che esso venga connesso ad essa, non dovete andare in un negozio di computer e chiedere al commesso "una buona scheda di rete", ma dovete contattare le persone che gestiscono la vostra rete: normalmente saranno loro a fornirvi la scheda, ad installarvela e a configurare il vostro computer, anche perchè queste operazioni spesso richiedono un po' di pratica e di conoscenza della rete stessa, oltre che configurazioni dipendenti dalla vostra particolare gestione della rete.

Per poter funzionare, una scheda di rete richiede anche l'installazione di un apposito software, detto packet driver, sul vostro computer (normalmente viene fornito insieme alla scheda, visto che anch'esso è fortemente dipendente dal tipo di rete e di scheda). Esso, in congiunzione con la scheda, permette al vostro computer di dialogare con tutti gli altri computer presenti sulla rete, per quanto non sia ancora sufficiente per navigare su Internet, come si vedrà nel capitolo successivo.


Leggi il quindicesimo capitolo

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