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11. Altri argomenti interessanti


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  1. Che cos'è MIME? Che cos'è un "tipo MIME" (Content-type)?
  2. Che cos'è Gopher? E Veronica?
  3. Che cos'è un proxy?
  4. Che cos'è Java?
  5. Che cos'è Javascript?
  6. Che cos'è un cookie?
  7. Che cosa sono PostScript, PDF e TeX?
  8. Che cos'è MPEG?
  9. Che cos'è una Intranet?
  10. Che cos'è ISDN?
  11. Che cos'è una BBS? Posso collegarmi a una BBS via Internet?
  12. Come faccio a cancellare messaggi indesiderati dalla mailbox senza scaricarli?
  13. A cosa servono quegli URL contenenti strani simboli come #, ?, +, % ?
  14. Che cos'è FTPMAIL? Come funziona?
  15. Che cos'è FSP?

H3>Segnalibro 11.1. Che cos'è MIME? Che cos'è un "tipo MIME" (Content-type)? MIME (Multipart Internet Mail Extension) è un sistema di comunicazione pensato per permettere la spedizione tramite E-mail (e, per estensione, la circolazione sulla rete) di dati binari codificati in modo diverso, in modo che a ciascun flusso di dati venga associata una intestazione che specifica sostanzialmente il tipo di oggetto codificato (immagine, testo, programma...) e il formato con cui è stato memorizzato. Questo perchè, come già detto, i sistemi per la trasmissione di posta elettronica (protocollo SMTP) sono studiati per trasportare correttamente al più i primi 128 caratteri del codice ASCII (sostanzialmente i caratteri alfanumerici), mentre all'interno di un file binario possono essere contenuti tutti e 256 i caratteri possibili; per questo motivo, per la spedizione di dati binari è necessario prevedere un sistema di codifica.

Molti tipi di trasmissioni di dati, tra cui la posta elettronica e il protocollo HTTP usato per il World Wide Web, prevedono quindi che il contenuto vero e proprio sia preceduto, all'interno delle righe di intestazione, da una indicazione del tipo

Content-type: oggetto/formato

dove al posto di oggetto - talvolta anche detto tipo o type - vi è una parola chiave che specifica il tipo di oggetto (es. text, image...) e al posto di formato - talvolta anche detto sottotipo o subtype - vi è una parola chiave che specifica il formato (ad esempio, se l'oggetto è un testo, plain, html...). Ogni coppia oggetto/formato costituisce un tipo MIME (MIME type o media type); per poter essere utilizzato, un tipo MIME deve prima essere proposto in via sperimentale (i tipi sperimentali si riconoscono in quanto l'oggetto e/o il formato iniziano per x-) e poi registrato seguendo una procedura standardizzata.

Dal punto di vista del normale utente, vi è una sola occasione in cui si entra in contatto con i tipi MIME: quando si configurano le "helper application" per il proprio browser, difatti, viene solitamente richiesto di associare una eventuale applicazione esterna ad un dato tipo MIME, ossia in parole povere ad un determinato tipo di oggetto memorizzato in un formato che l'applicazione esterna sappia trattare.

Dal punto di vista del programmatore di siti WWW, invece, è fondamentale sapere che tutti i documenti restituiti all'utente da uno script CGI devono recare la corretta intestazione MIME in modo da indicare al browser dell'utente di quale tipo di oggetto si tratti.

Un'altra indicazione standardizzata che si può incontrare nelle intestazioni di un messaggio di E-mail è

Content-Transfer-Encoding: codifica

da cui si può risalire al tipo di codifica utilizzato per la spedizione dell'oggetto. MIME prevede alcune codifiche standard, tra cui le più usate sono 7 bit, quoted-printable e base64; altri tipi di codifica utilizzati, come UUEncode o BinHex, non sono standard e dovrebbero quindi progressivamente scomparire.

I programmi di posta elettronica o di lettura dei newsgroup che utilizzano il sistema MIME devono (o meglio, dovrebbero) inserire tra le righe di intestazione la riga

MIME-Version: 1.0

in modo da permettere all'utente e ai programmi di decodifica di aspettarsi che il messaggio rispetti gli standard succitati. La 1.0 è l'unica versione di MIME largamente usata al momento.


Segnalibro 11.2. Che cos'è Gopher? E Veronica?

Gopher è stato il primo tentativo di unificazione dei vari protocolli esistenti sulla rete, sebbene sia stato dopo poco tempo dalla sua creazione soppiantato dal più potente World Wide Web. Un programma Gopher presenta all'utente una serie di menu testuali, la cui selezione può portare ad un altro menu (situato sullo stesso computer o su di un altro, proprio come nel WWW), alla visualizzazione di un file di testo, oppure alla copia di un file, o persino ad un collegamento Telnet o di altro tipo.

Questo servizio, dopo aver avuto un enorme "boom" al momento della sua ideazione, sta sparendo e venendo rimpiazzato dal sistema a ipertesti; tuttavia si possono ancora trovare su Gopher un buon numero di risorse. Inoltre, esso presenta il vantaggio di disporre di un comodo e potente sistema di ricerca, denominato Veronica; collegandosi ad esso si può inserire una stringa e ricevere, al termine della ricerca, un menu testuale che presenta tutte le voci di menu, situate nei vari gopher sparsi per il mondo, che contengono la stringa indicata. In realtà, ciascun computer di ricerca pone un tetto al numero di voci da restituire (un valore tipico è 200), per evitare menu chilometrici ed illeggibili. Nel caso che il computer al quale si è presentata la richiesta sia troppo occupato, inoltre, esso girerà la richiesta ad un altro, segnalando ciò all'interno di una particolare voce di menu posta all'inizio dei risultati della ricerca.

Alcuni indirizzi a cui si può trovare Veronica sono:

gopher://veronica.unipi.it:2347/7 (per l'Europa)
gopher://veronica.scs.unr.edu:70/11/veronica (sito base mondiale)

Spesso ci si dimentica dell'esistenza dei Gopher e di Veronica; tuttavia, può valere la pena di usarli (anche tramite un browser, mediante URL che iniziano per gopher:, per effettuare ricerche relativamente veloci e semplici.


Segnalibro 11.3. Che cos'è un proxy?

Un proxy server è un programma (e, per estensione, il computer su cui esso viene eseguito) che svolge la funzione di "agente" per gli utenti di altri computer. Difatti, configurando i propri programmi di comunicazione perchè sfruttino un proxy - tipicamente situato su un computer diverso dal proprio - tutte le richieste di comunicazione, come ad esempio la richiesta di caricamento di un ipertesto, non saranno fatte dal proprio computer direttamente al sito remoto, ma verranno fatte al proxy server; il programma di proxy si occuperà poi di contattare il sito remoto, farsi spedire l'oggetto desiderato, e "girarlo" al computer dell'utente. Apparentemente, questa può sembrare una perdita di tempo (e talvolta lo è, se il sistema non è ben studiato); tuttavia, l'operazione può presentare molti vantaggi: ad esempio il proxy dispone solitamente di una propria "cache", nella quale memorizza tutti gli oggetti recuperati negli ultimi tempi; se un utente richiede di caricare un oggetto, ad esempio un ipertesto, che è già stato richiesto qualche tempo prima da un altro utente, e si trova quindi memorizzato sul proxy, esso provvede a spedirglielo direttamente, senza dover ricontattare il sito remoto, e quindi molto più velocemente di quanto succederebbe se il computer dovesse attendere la lunga e lenta connessione con il sito remoto.

Spesso il proxy viene utilizzato in congiunzione con un firewall, sullo stesso computer; difatti nel caso del firewall tutti i messaggi provenienti dalla zona protetta devono comunque passare e venire esaminati da quel computer, per cui tanto vale aggiungere su di esso anche funzioni, come quella della cache, tipiche del proxy; in questo caso, la presenza del proxy insieme al firewall non provocherà nessun rallentamento rispetto alla presenza del solo firewall; tuttavia, non sarà possibile navigare senza utilizzare il proxy (provando a navigare senza proxy, nessuna connessione verrà stabilita).

Nella configurazione dei browser più recenti, è possibile configurare i proxy in modo manuale oppure automatico. Nella configurazione manuale, è necessario specificare il proxy per i differenti protocolli di comunicazione; normalmente i proxy sono attivi per i protocolli HTML, FTP e Gopher. Un altro parametro richiesto è il numero di porta; i valori più frequenti sono 80, 1080, 8080 o 3128.


Segnalibro 11.4. Che cos'è Java?

Java è il nome di un linguaggio di programmazione sviluppato dalla Sun e recentemente proposto come principale strumento di sviluppo per applicazioni pensate per funzionare su reti di calcolatori. Tramite questo linguaggio è possibile sviluppare programmi che possono essere eseguiti senza problemi su qualsiasi computer che soddisfi a certi requisiti, indipendentemente dalle caratteristiche particolari del computer stesso: questo significa che, per un programma scritto in Java, non è necessario produrre versioni diverse per i vari computer, ma lo stesso identico programma potrà tranquillamente essere eseguito su un PC, un Macintosh, un computer Unix... Java suppone di non avere a che fare con un particolare modello di computer, ma con una macchina virtuale (virtual machine) dalle caratteristiche standardizzate.

D'altra parte, per ottenere una simile versatilità è stato necessario rinunciare a varie altre cose: Java è un linguaggio estremamente povero (il che, d'altra parte, può anche essere un vantaggio), e soprattutto è interpretato invece che compilato. In parole povere, per eseguire un qualsiasi programma scritto in Java è necessario disporre di un altro programma (l'interprete) al quale "dare in pasto" il codice: difatti, questo programma deve occuparsi di realizzare le funzioni standard della macchina virtuale sul particolare computer usato dall'utente. Per questo motivo, i programmi in Java saranno tendenzialmente più lenti e meno efficienti dei normali file eseguibili, che non necessitano di interprete.

Inoltre, per poter scrivere un codice funzionante su computer molto diversi tra loro è necessario che il programma si limiti a sfruttare solo le potenzialità hardware comuni a tutti loro. Per questo motivo, si è scelto di "limitare" Java a sistemi con una certa potenza minima, e in particolare a sistemi operativi a 32 bit capaci di un vero multitasking. Pertanto, inizialmente sono stati disponibili interpreti Java esclusivamente per Windows 95 / NT e per alcune particolari versioni di Unix prodotte dalla Sun; soltanto recentemente il linguaggio è stato portato su Windows 3.x., e comunque con applicazioni molto limitate.

Oltre a veri e propri programmi eseguibili tramite l'interprete, è possibile in Java scrivere degli applet, ossia programmi che vengono inseriti in pagine WWW ed eseguiti quando l'utente carica tali pagine. Anche qui, per poter utilizzare questi programmi è necessario disporre di un browser con incorporate le capacità di un interprete Java; su Windows 95 tali caratteristiche sono possedute da Netscape Navigator 2.0 e superiori, mentre per usare gli applet Java su Windows 3.x è necessario disporre di Netscape Communicator 4.

Le caratteristiche "orientate alla rete" di Java rendono anche possibile la realizzazione di normali applicazioni (word processor, fogli di calcolo...) che vengono governate dal computer dell'utente, ma eseguite su computer remoti, che funzionano da server; in questo caso il computer dell'utente potrebbe essere un terminale di scarsa potenza e basso costo (si ipotizza una cifra intorno a 500 dollari): un network computer (NC), che non può funzionare se non attaccato ad una rete. Sebbene questo tipo di realizzazioni sia ancora di là da venire, questo sembra essere il vero futuro di questo linguaggio di programmazione...


Segnalibro 11.5. Che cos'è Javascript?

Javascript è un linguaggio di scripting pensato appositamente per realizzare programmi da inserire in pagine WWW. Si tratta in sostanza di un insieme di comandi, abbastanza simile al C e a Java, che vengono interpretati in tempo reale dal browser ed eseguiti sul momento dal computer dell'utente.

Rispetto a Java, Javascript è molto più semplice da usare, anche se meno potente. Permette tuttavia lo svolgimento di semplici operazioni dal lato cliente della connessione: ad esempio il controllo della validità dei dati inseriti in una form, in precedenza affidato ad un programma CGI, o semplici realizzazioni grafiche come quella della scritta che scorre nella barra inferiore del browser, visibile in molti siti. È quindi un ideale complemento dell'HTML, che permette un incremento della flessibilità per gli autori di pagine Web senza però richiedere l'acquisizione di un linguaggio di programmazione complesso come Java e l'utilizzo di strumenti come compilatori o interpreti.

Al momento, Javascript è supportato da Netscape versione 2 o superiore, per qualsiasi sistema operativo; inoltre è supportato da Internet Explorer 3 o superiore. Si tratta comunque di un linguaggio in forte evoluzione, per cui alcune caratteristiche sono supportate soltanto da versioni più recenti dei browser; sviluppando un programma è opportuno fare attenzione ai problemi di compatibilità. La documentazione completa sul linguaggio può essere recuperata dal sito della Netscape, all'indirizzo http://developer.netscape.com/library/documentation/javascript.html.


Segnalibro 11.6. Che cos'è un cookie?

Talvolta, visitando un sito, vi succederà di sentir parlare di cookie. A dispetto del nome, non si tratta di biscotti, ma di un sistema inventato dalla Netscape e ormai largamente supportato per permettere la conservazione del valore di alcuni parametri mentre voi navigate tra le pagine del sito. Ad esempio, quando fate shopping in un sito di vendita via Internet, normalmente voi navigate tra le pagine che presentano i vari prodotti e, quando ne trovate uno che vi interessa, lo inserite nel "carrello della spesa"; il server spedirà al vostro browser un cookie, che conterrà l'indicazione della vostra scelta. D'ora in poi, ogni volta che voi richiamate una pagina dello stesso sito, il vostro browser segnalerà al server che voi avete già selezionato tale oggetto, rispedendogli il "cookie"; in questo modo, esso potrà in ogni momento sapere che cosa avete selezionato. Analogamente, è possibile utilizzare i cookie per fare in modo che, ogni volta che il vostro browser carica qualcosa dal sito, spedisca un cookie con le vostre preferenze: in questo modo, il sito remoto potrà spedirvi delle pagine personalizzate.

I cookie potrebbero essere utilizzati anche per tenere traccia delle vostre visite: ad esempio, alcuni siti americani si sono messi d'accordo per spedire cookie tra loro compatibili in modo che, ogni volta che l'utente visita uno dei siti, il browser automaticamente e a sua insaputa gli notifichi quali altri siti del gruppo sono già stati visitati. In questo modo, ad esempio, se voi visitate un sito di musica leggera e avete già visitato il sito di una casa produttrice di apparecchi hi-fi e un sito di strumenti musicali, potrete scommettere che vi arriverà della junk mail mirata a vendervi le ultime novità musicali. Comportamenti di questo tipo sono abbastanza spiacevoli, e derivano dal fatto che, su Internet, molti possono sapere molto di voi. Comunque, a partire dalla versione 3 di Netscape è possibile, nella configurazione, farsi segnalare esplicitamente l'invio di cookie.


Segnalibro 11.7. Che cosa sono PostScript, PDF e TeX?

PostScript è un particolare linguaggio di programmazione mirato alla creazione di testi. In pratica, i file PostScript (.PS) sono documenti, un po' come i file .DOC di Word, anche se la struttura interna è completamente diversa. Per poter vedere i documenti PostScript da Windows è necessario disporre di un interprete per questo linguaggio; l'interprete comunemente usato si chiama GhostScript, e con esso si può far funzionare il programma GhostView che permette di visualizzare i documenti sul video e di stamparli. Anche i font usati dai documenti PostScript sono di tipo diverso: non è possibile usare i font True Type di Windows, ma è necessario disporre dei font Adobe Type 1 (alcuni dei quali vengono forniti con GhostScript). Le stampanti laser sono solitamente capaci di stampare tranquillamente i file PostScript, anche senza disporre di un interprete come GhostScript.

PDF (Portable Document Format) è un formato recentemente introdotto per permettere la trasmissione sulla rete di documenti che contengano al proprio interno anche grafica e impaginazioni non memorizzabili con i formati TXT o HTML o con gli altri formati normalmente usati; tramite questo formato si possono trasmettere ad esempio pagine di riviste esattamente come sono sulla carta. Questi documenti sono al momento generati solo dal programma Adobe Acrobat, e per visualizzare questi documenti esiste il programma Acrobat Reader.

TeX è un sistema di word processing nato molti anni fa in ambiente Unix, e pensato per funzionare in assenza di terminali grafici: il testo del documento viene inserito come normale testo ASCII, ma in mezzo alle varie frasi possono essere inseriti comandi di impaginazione (un po' come nell'HTML). Il file sorgente così realizzato (estensione .TEX) deve poi essere compilato, utilizzando appunto il programma TeX, che genera un file device independent (.DVI). Questo file può essere direttamente visualizzato e stampato, disponendo di programmi che lo trattano, oppure ulteriormente convertito in PostScript mediante il programma Dvi2Ps (incluso con TeX). Le cose possono essere ulteriormente complicate utilizzando vari pacchetti aggiuntivi che offrono comandi e possibilità addizionali (tra cui il più famoso è LaTeX). Questo sistema, molto ingegnoso e che, per i tempi in cui fu inventato, dava risultati eccezionali, è assolutamente impossibile da usare per l'utente medio di PC, sebbene qualsiasi informatico o docente universitario sia pronto a spergiurare sulla sua innegabile superiorità rispetto a programmi come Microsoft Word. Certamente, una volta imparato l'uso è molto più facile scrivere una equazione in LaTeX che con l'orrido Equation Editor di Word; tuttavia dover imparare decine di complicati comandi e dover passare attraverso tre programmi diversi soltanto per cambiare una virgola nel testo non è proprio il massimo della vita.


Segnalibro 11.8. Che cos'è MPEG?

MPEG (Motion Pictures Expert Group) è il nome di un gruppo di lavoro dell'ISO - il maggiore organismo mondiale di standardizzazione - che si occupa di produrre standard per la codifica di audio e video, e, per estensione, è anche il nome degli standard da esso prodotti.

Scopo della codifica audio-video è essenzialmente quello di comprimere il segnale prodotto dalla digitalizzazione di un'immagine o di un brano sonoro, permettendo di trasmetterlo e riprodurlo col miglior rapporto possibile tra qualità e dimensioni del file (o velocità di trasmissione richiesta per la spedizione dei dati dalla sorgente all'utente). In questo modo, diventa più semplice ed economico fornire servizi multimediali sulle reti di telecomunicazioni e distribuire audio e video in forma digitale.

Esistono tre diversi standard MPEG:

MPEG-3 doveva essere lo standard per la TV ad alta definizione, ma si è visto che le prestazioni di MPEG-2 erano sufficienti a inglobare anche queste applicazioni.

La codifica MPEG si basa in gran parte sulla tecnica delle trasformate spaziali: l'immagine viene divisa in blocchetti, e di ogni blocchetto viene calcolato lo spettro in termini di variazione delle componenti dell'immagine nello spazio: poichè tipicamente pixel vicini hanno colori molto simili, si riesce a buttar via una parte dei dati - quelli relativi alle forti variazioni di colore - senza perdere molto in qualità. Esistono poi altre tecniche: ad esempio, i vari fotogrammi di un filmato possono essere trasmessi interamente (i cosiddetti frame I), ma anche essere trasmessi come differenza rispetto al fotogramma precedente (frame P) o come differenza rispetto all'interpolazione lineare tra il fotogramma precedente e il successivo (frame B): in generale, le differenze hanno un valore molto piccolo, il che permette di trasmetterle bene utilizzando pochi bit. In questo modo, si ottiene un flusso di dati estremamente compresso, che può essere anche salvato in un file (tipicamente distinto dall'estensione .MPG) e riprodotto in seguito.

Per quanto riguarda l'audio, normalmente si sfruttano le caratteristiche dell'orecchio umano, e in particolare la sua incapacità di sentire suoni deboli se vicino ad essi, in frequenza o nel tempo, vi è un suono molto forte, per eliminare una parte dei dati da trasmettere. La codifica dell'audio è distinta in livelli (layer); sono abbastanza diffusi i file audio MPEG Layer 2 (normalmente con estensione .MP2), e hanno conosciuto recentemente una grande diffusione i file audio MPEG Layer 3 (.MP3); questi ultimi file garantiscono, rispetto a formati largamente diffusi come i .WAV, una compressione anche di 10 - 15 volte senza una significativa perdita di qualità: un brano musicale di tre minuti può essere tranquillamente ridotto fino a stare su un normale dischetto.

Sia i file MPEG video che i file MPEG audio necessitano, per essere riprodotti, di appositi programmi, che sono normalmente reperibili in rete.


Segnalibro 11.9. Che cos'è una Intranet?

Anche le aziende si sono dimostrate interessate alla grande quantità di informazioni e di servizi disponibili gratuitamente su Internet. Mentre in passato l'accesso a Internet degli utenti aziendali era limitato ed avveniva tramite postazioni dedicate oppure tramite un gateway che convertiva i dati dal formato della rete locale dell'azienda a quello di Internet, il desiderio di una maggiore interazione ha portato al concetto di Intranet: una rete locale interna all'azienda, realizzata però con i protocolli e gli standard di Internet. In questo modo, gli utenti della rete aziendale potranno usare i sistemi e i programmi della grande rete non solo per navigare all'esterno, ma anche per la normale comunicazione interna; contemporaneamente, i dati e i messaggi prodotti all'interno saranno già pronti per essere "esportati" nel grande mare di Internet, e le informazioni reperite all'esterno potranno essere immediatamente inserite nel circuito aziendale.

Inoltre, è possibile sfruttare i normali canali di comunicazione di Internet, disponibili in modo sostanzialmente gratuito, per le trasmissioni tra le varie sedi dell'azienda, costruendo quindi, a bassissimo costo, quella che spesso viene chiamata una Extranet. Se immaginate di avere sedi in tutto il mondo, il risparmio non è indifferente, anche se viene pagato in termini di velocità dei collegamenti e soprattutto di sicurezza.

Dal punto di vista della sicurezza, difatti, bisogna stare ben attenti a proteggere le parti nevralgiche della propria rete locale dall'ingresso di possibili sbirciatori non desiderati, solitamente tramite un firewall, e inoltre è necessario crittografare opportunamente tutto il traffico che transita sui canali di comunicazione comuni.

La scelta del modello Internet per la rete locale di un'azienda comporta anche conseguenze sull'organizzazione del lavoro interno: difatti, come visto, Internet è basata sul modello client-server. Questo significa che, solitamente, vengono creati nella rete locale uno o più information server, su cui vengono conservate tutte le informazioni che devono essere condivise tra più utenti. I computer degli utenti saranno quindi in costante collegamento con l'information server, che diventerà il cuore della rete locale. Un modello di questo tipo semplifica la cooperazione e la supervisione del lavoro e il reperimento delle informazioni, ma rende necessaria una assoluta sicurezza negli accessi al server e una buona efficienza della rete.


Segnalibro 11.10. Che cos'è ISDN?

La sigla ISDN (Integrated Services Digital Network) indica una generica rete per la trasmissione di dati binari, mirata all'integrazione di servizi, ossia alla possibilità di offrire contemporaneamente servizi diversi sulla stessa rete (ad esempio, il telefono, la trasmissione dati, l'accesso a videoteche in rete, il teleacquisto, la videoconferenza, e tutto quello che può venirvi in mente). Difatti, mentre le tradizionali reti di comunicazione, come quella telefonica, si preoccupavano di fornire un singolo servizio, con l'avvento della digitalizzazione è diventato possibile trasformare qualsiasi cosa in dati binari, e quindi, attraverso la trasmissione a pacchetti, far convivere sullo stesso mezzo di trasmissione più comunicazioni diverse e più servizi.

In parole povere, su una rete ISDN è possibile far viaggiare contemporaneamente, ad esempio, la voce (telefono) e i dati; in realtà, essi non viaggiano veramente in contemporanea, ma invece la voce viene campionata e trasformata anch'essa in una serie di dati binari, e poi tali dati vengono inframmezzati agli altri, permettendo di mandare avanti entrambe le comunicazioni. Per l'utente, comunque, l'effetto è quello di più comunicazioni contemporanee, proprio come se esse avvenissero su due linee separate.

Nell'uso commerciale attuale, ISDN indica un collegamento digitale a banda stretta, ossia relativamente lento: l'offerta di base si fonda su due canali a 64 Kb/s, dei quali uno sostituisce la normale linea telefonica (difatti, 64 Kb/s è la velocità necessaria per trasmettere senza compressione i dati vocali generati dal telefono) mentre l'altro può essere utilizzato, ad esempio, per collegarsi a Internet.

L'obiettivo, tuttavia, è quello di realizzare reti ISDN a larga banda, ossia con velocità di trasmissione dai 2 Mb/s (per ciascun utente) in su. Reti di questo tipo richiedono in pratica di realizzare una nuova rete di telecomunicazioni, basata in gran parte sulla fibra ottica, ed è proprio questo che la Telecom sta facendo in Italia. Mentre 64 Kb/s sono di gran lunga troppo pochi per trasmettervi del video di qualità decente, e sono appena sufficienti a trasmettere della musica compressa di buona qualità, con qualche Mb/s diventa (quasi) possibile realizzare applicazioni come il video on demand: l'utente si collega con un server, sceglie il film che desidera vedere, e riceve via rete il flusso di immagini che saranno proiettate dal suo televisore. Resta da vedere quanti saranno interessati a spendere cifre non indifferenti per un servizio di questo tipo: i primi esperimenti sono stati abbastanza deludenti.

Tutte le realizzazioni già esistenti di rete a larga banda si basano sulla tecnica ATM (Asynchronous Transfer Mode), che è stata sviluppata proprio allo scopo di garantire una elevata velocità di trasmissione unita ad una garanzia sulla qualità del servizio offerto, che diventa fondamentale nel momento in cui si devono offrire servizi in tempo reale come il telefono o il video on demand: non può certo succedere che, a causa del traffico, la telefonata si interrompa, così come oggi si interrompono i collegamenti su Internet!


Segnalibro 11.11. Che cos'è una BBS? Posso collegarmi a una BBS via Internet?

Una BBS (Bulletin Board System) è semplicemente un computer dotato di uno o più modem e su cui viene eseguito un apposito programma di gestione. Questo programma permette a tutti gli utenti autorizzati (ossia dotati di un proprio login e una propria password) di entrare nel sistema tramite un proprio modem, chiamando un numero di telefono che è collegato ai modem della BBS. Nel sistema sono posti archivi di file, aree messaggi, giochi interattivi, e tutto quanto il gestore della BBS (detto SysOp o System Operator) vuole mettere a disposizione degli utenti autorizzati. Ciascun utente dispone generalmente di un tempo d'accesso limitato e di un tetto massimo alla quantità di file che si possono prelevare dall'archivio della BBS; la quantità precisa varia a seconda del "livello" di partecipazione alla BBS. Un nuovo utente, che non possiede un login autorizzato, può generalmente collegarsi, ricevendo però un tempo d'accesso molto ridotto; mano a mano che esso "partecipa" alla BBS, ad esempio copiando file dal proprio computer all'archivio della BBS, sale di livello e riceve privilegi maggiori.

In buona sostanza, questi sistemi, molto in voga negli anni '80 e ancora adesso molto diffusi, permettevano di fare "in piccolo" e solo tra i loro relativamente pochi utenti quello che si può fare con Internet (dialogare via computer, copiare file); prima dell'avvento di Internet rappresentavano spesso l'unica alternativa ai negozi per il reperimento di software e l'unica possibilità di comunicazione diretta tra utenti di computer, specialmente piccoli (PC, Amiga...). Molte BBS, nel tempo, hanno compreso l'utilità di comunicare tra loro, e sono pertanto nate vere e proprie "reti di BBS" (ad esempio FidoNet).

Alcune BBS hanno cominciato a connettersi a Internet in modo da fornire anche questo servizio ai loro utenti autorizzati. Poichè una BBS è semplicemente un computer, a ciascuna BBS connessa a Internet corrisponde quindi un IP numerico e un nome letterale; normalmente, noto il nome Internet della BBS, ci si collega ad essa tramite Telnet; il computer remoto richiederà login e password, proprio come se ci si stesse connettendo direttamente tramite il numero telefonico della BBS, e quindi permetterà l'accesso di conseguenza.


Segnalibro 11.12. Come faccio a cancellare messaggi indesiderati dalla mailbox senza scaricarli?

Vi potrà succedere di avere la mailbox intasata - dolosamente o no - da un grosso messaggio o da un grande numero di messaggi, e di non voler trascorrere ore a scaricarli. La maggior parte dei programmi di posta, incluso Eudora Light, non dispongono di funzionalità per la gestione diretta del contenuto della casella: nel caso dei messaggi di grandi dimensioni, ad esempio, Eudora vi permette di non scaricarli, ma essi rimarranno bloccati sul server. Esiste quindi un "trucchetto", che funziona con quasi tutti i sistemi, per collegarsi manualmente alla propria casella, leggere ed eliminare i messaggi indesiderati. Si tratta comunque di un metodo abbastanza complicato: per prima cosa, vi conviene telefonare al provider e chiedergli di fare il lavoro per voi.

Per prima cosa, vi serve un cliente Telnet; molti funzionano, alcuni altri, come Ewan Terminal, no, a causa di alcune funzioni avanzate che non è possibile disabilitare. Tuttavia, i programmi di Telnet per Unix dovrebbero funzionare tranquillamente. Utilizzando il cliente Telnet, dovrete collegarvi al computer su cui risiede la vostra casella; il suo nome è individuato dalla parte dell'indirizzo che segue @; in casi particolari può essere necessario modificare l'indirizzo (per maggiori particolari sull'individuazione del computer su cui risiede la vostra casella, del vostro nome utente postale e della password, leggete il paragrafo sui problemi nello scaricamento della posta).

Il collegamento non deve essere effettuato con la porta standard, ma con la porta numero 110: prima di collegarvi, quindi, dovrete configurare il collegamento con tale numero di porta. Nei sistemi a riga di comando, il tipico comando da dare è

telnet mail.pippo.it 110

A questo punto, dovrebbe partire il collegamento, e dovreste ricevere un messaggio del tipo +OK POP3 server.... I comandi che dovete dare, in successione e attendendo ogni volta la risposta positiva (+OK) del server, sono

USER nomeutente
PASS password

dove nomeutente e password sono il nome utente e la password della vostra casella. A questo punto, sarete dentro la vostra casella, e potrete utilizzare i comandi seguenti:

LISTMostra un elenco dei messaggi presenti e delle loro dimensioni in byte; i messaggi sono numerati a seconda dell'ordine di arrivo.
RETR nVisualizza il messaggio numero n (attenzione: se è grosso, non date questo comando...).
TOP n mVisualizza le prime m righe del messaggio numero n (...se è grosso, usate questo comando!)
DELE nMarca il messaggio numero n come "da cancellare".
Dopo aver fatto quello che dovete, potete dare il comando QUIT per chiudere il collegamento. I messaggi che avete marcato come "da cancellare" con il comando DELE saranno effettivamente cancellati solo quando chiudete il collegamento: se vi accorgete di aver fatto un errore, e di non voler cancellare i messaggi marcati, date il comando RSET e tutte le marcature saranno eliminate.


Segnalibro 11.13. A cosa servono quegli URL contenenti strani simboli come #, ?, +, % ?

Allo scopo di rendere gli URL estremamente flessibili, è possibile includere al loro interno una serie di dati che non riguardano direttamente l'individuazione dell'iperoggetto che con essi si vuole recuperare, ma sono piuttosto informazioni ulteriori che devono essere comunicate dal browser al server e viceversa. In particolare: In generale, a parte forse #, gli utenti non avranno mai la necessità di scrivere un URL contenente questi caratteri: saranno il browser e/o altri iperoggetti a generare questi indirizzi.


Segnalibro 11.14. Che cos'è FTPMAIL? Come funziona?

FTPMAIL è un programma cliente FTP installato su alcuni computer e abilitato a ricevere ordini tramite E-mail. In questo modo, un utente di rete che non ha accesso diretto a tutta la rete, ma può usare soltanto la posta elettronica, può accedere ugualmente ai siti FTP, spedendo un E-mail all'indirizzo del server FTPMAIL contenente opportune indicazioni sui file da recuperare; il programma FTPMAIL provvederà a recuperare tali file e quindi a spedirli all'utente tramite posta elettronica (quindi codificati in modo opportuno, generalmente con UUEncode).

Per utilizzare un server FTPMAIL basta spedire al suo indirizzo un messaggio contenente al suo interno (subito dopo le righe di intestazione) i comandi FTP che esso deve eseguire. Un tipico messaggio ad un server FTPMAIL, per recuperare il file ftp://ftp.pippo.com/pub/programmi/superpippo.zip potrebbe allora essere:

open ftp.pippo.com
cd /pub/programmi/
binary
get superpippo.zip
quit
Si noti l'assenza di indicazioni nel comando open dopo il nome del sito, il che indica un accesso anonimo, e il comando cd con il percorso che inizia per / (per indicare che la directory seguente è posta nella root directory del computer ftp.pippo.com) e finisce per / (per indicare con chiarezza che programmi è una directory e non un file).

In seguito all'invio di questo messaggio, dopo un periodo di tempo che può anche essere di alcuni giorni, in funzione dell'affollamento del server, si riceverà un E-mail contenente i file richiesti (talvolta suddivisi in più messaggi, se troppo grossi). Normalmente, questi file saranno stati in precedenza codificati (altrimenti non avrebbero potuto essere trasmessi via posta elettronica) e quindi andranno successivamente decodificati, a meno che non si disponga di un programma di posta elettronica che effettua automaticamente la decodifica.

Per ricevere via E-mail una breve guida all'uso di FTPMAIL si può spedire al server un messaggio contentente al suo interno, dopo le intestazioni, la sola parola help. Molti server presentano un comando che spedisce all'utente anche la lista aggiornata dei server FTPMAIL esistenti, che normalmente è inclusa anche nella guida. Alcuni server FTPMAIL in Europa hanno indirizzi:

ftpmail@doc.ic.ac.uk
ftpmail@ftp.uni-stuttgart.de

Si ricordino tuttavia per l'utilizzo di questo servizio alcune norme di netiquette:


Segnalibro 11.15. Che cos'è FSP?

FSP (File Service Protocol) è un protocollo di alto livello studiato per migliorare il protocollo FTP. Esso svolge le stesse operazioni, ma presenta alcuni vantaggi, quale ad esempio quello di poter trasmettere anche solo alcune parti di file, utile nel caso che la copia di un lungo file si interrompa a metà: mentre con l'FTP è necessario ritrasmettere l'intero file, con l'FSP si può trasmettere solo la parte mancante, e sarà il programma stesso a provare a ricollegarsi finchè non riesce a ricevere tutto il file. Ovviamente questo protocollo, seppure simile, è incompatibile con l'FTP: non si può accedere tramite FSP a un sito FTP e viceversa.

Sfortunatamente, proprio perchè migliore dell'FTP, l'FSP è stato subito sfruttato da due categorie di utenti della rete generalmente non molto benvolute: i pirati informatici e i copiatori di immagini pornografiche. Entrambi questi tipi di utenti hanno bisogno di trasmettere in modo sicuro file molto grossi, e hanno subito imparato a servirsi di questo protocollo. Come conseguenza, l'FSP è stato quasi bandito da molte parti della rete, e molti siti FSP sono stati chiusi dai proprietari dei rispettivi computer. Al momento attuale, pertanto, si continua ad usare il vecchio, obsoleto FTP, mentre l'FSP è usato (quasi) solo dai pirati. Un vero peccato.


Leggi il dodicesimo capitolo

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